Una squadra sempre più europea

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Eugenio Sorrentino

Autorevole è l’aggettivo migliore per definire la prestazione fornita dall’Atalanta nel secondo turno di Champions League. Gli svizzeri dello Young Boys, castigatori del Manchester United contro cui la squadra di Gasperini si giocherà buona parte delle chance di terza qualificazione di finale agli ottavi, sono apparsi per quello che sono: ostici e bene organizzati, almeno finché hanno avuto gamba. Ovvero, finché i neroazzurri non hanno aumentato il numero di giri permettendo a Juan Musso di fare da spettatore. Chiudere le corsie laterali, arma letale atalantina anche quando uno del valore di Gosens è costretto ad alzare bandiera bianca, è stato un lavoro dispendioso per gli uomini di Wagner. E alla lunga, viste la mole di azioni offensive e la permanenza costante nella metà campo avversario, l’Atalanta ha raccolto meno rispetto a quanto avrebbe meritato per segnare la differenza di passo e qualità. Bene che sia stato Matteo Pessina, divoratore di un pallone d’oro a un giro di lancette dall’intervallo, a finalizzare il lavoro sublime di Duvan Zapata, che gli ha confezionato un assist al bacio. Un gol è bastato, meglio se ne fossero entrati di più, premiando come sarebbe stato giusto il colombiano autentico mattatore nei secondi 45’, oppure il ritrovato Muriel, rientrato dal lungo infortunio e affiancato al connazionale d’attacco nel finale che lo ha visto a un passo dal firmare il raddoppio. L’Atalanta sicura e scintillante non sarebbe tale se il reparto arretrato non fornisse garanzie di solidità e partecipasse alla costruzione della fase offensiva. Se, in assenza di Palomino che aveva riportato la media più alta in pagella nelle precedenti uscite, il turco Demiral ha convinto decisamente nel ruolo di difensore centrale, il capitano Rafael Toloi ha sfoggiato una prova che ne conferma la crescita a livello tattico e agonistico. Impeccabile in copertura e recupero, martellante nello sganciarsi in avanti per favorire gli inserimenti e creare superiorità. Un segno di maturità che deriva anche e soprattutto dalla fiducia e dalla padronanza nel gestire le situazioni. Saranno pure rientrati con un po’ di fatica dall’Europeo, ma Toloi e Pessina sono pedine fondamentali in una squadra che armonizza il suo assetto e lo modifica alla bisogna attraverso i cambi “tra titolari” operati da Gasperini in corso d’opera. Ecco perché i guai muscolari patiti dai due azzurri, ma con Toloi certamente più recuperabile dopo la sosta, uniti all’infortunio occorso a Gosens, fuori per circa due mesi, sottraggono sicuri protagonisti ai prossimi impegni.

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