Sei sconfitte, a nemmeno metà campionato, sono già penalizzanti per una squadra che mira a posizioni di alta classifica. È un dato oggettivo, indipendentemente da come si gioca. Per dire che sarà dura, anzi durissima, il cammino di questo campionato già a partire da sabato prossimo, quando a Bergamo arriverà il Milan.
Parlare della gara di Torino diventa difficile. E la domanda che ci si pone è la seguente: i giocatori sono scesi in campo appagati dal risultato ottenuto in Europa League (inconsciamente, ovviamente) o più penalizzati dalle tante assenze, complicate anche dall’infortunio a inizio gara occorso a Djimsiti?
Forse entrambe le cose. Sta di fatto che ogni volta che si torna in campionato, dopo le prestazioni europee, un po’ di difficoltà la si trova sempre. L’Europa costa punti e uomini (per via degli infortuni per le tante partite giocate in modo ravvicinato).
Una sottolineatura va fatta anche sulle scelte di Gasperini. Al di là del modulo a lui più caro, di cui difficilmente si separa, c’è un altro aspetto ormai evidente nelle sue scelte. Il mister difronte alle assenze non guarda tanto ai ruoli quanto ai suoi giocatori, al nucleo che definisce storico, a quelli che formano l’ossatura portante della squadra e li adatta. Manca Kolasinac? Non faccio giocare Bonfanti, porto sulla linea dei centrali De Roon. Manca Scamacca? Non metto Muriel o Cissé, faccio giocare De Ketelaere prima punta con Miranchuck e Lookman trequartisti. Ma tutti questi adattamenti, non finiscono per snaturare la squadra che perde i suoi riferimenti, i suoi equilibri, i suoi modi di giocare mandati a memoria?
Sta di fatto che contro il Torino si è vista una squadra scollata, mentre difronte gli avversari granata erano molto determinati con gran voglia di fare bene e dove hanno vinto tutti i duelli.
A fine partita ha fatto specie vedere Zapata in lacrime. Ma ciò che ha impressionato di più sono state le sue parole. È come se fosse entrato in campo con un’acredine verso la società. Quella stessa società che l’ha cresciuto, in cui ha fatto benissimo per tantissimi anni, che l’ha aspettato anche quando si è infortunato pesantemente e più di una volta. Dire che l’Atalanta in quest’ultimo calcio-mercato lo ha un po’ “bistrattato”, forse non è stato generoso da parte sua, ma ha fatto capire con quanta animosità sia entrato in campo per far male alla sua ex squadra. Poi da campione qual è ci è riuscito benissimo.
Gli auguriamo una lunga vita calcistica atleticamente integra, ma un dubbio sulla sua integrità fisica dopo i due prolungati stop è un fatto oggettivo che qualsiasi squadra, e non solo l’Atalanta, se lo sarebbe fatto venire. E andare sul mercato ad acquistare un paio di attaccanti più giovani è stato letto da tutti come una cosa buona.
A fine gara Gasperini è stato abbastanza enigmatico. Ora ha veramente gli uomini contati, soprattutto in difesa e dovrà confrontarsi con la società per capire come proseguire questa stagione.
Torino-Atalanta 3-0
Reti: 22’ Zapata; 56’ Sanabria; 94’ Zapata.
Torino: Milinkovic-Savic 7.6; Tameze 7.1, Buongiorno 7.7, Rodriguez 7.3; Bellanova 7 (91’ Djdji 6.1), Linetty 7.1 (84’ Ricci 6.3), Ilic 7.4, Vojvoda 7.1; Vlasic 8.2; Sanabria 7.5 (85’ Karamoh 6), Zapata 8.5 MVP. All. Juric 7.21.
Atalanta: Musso 5.6; Scalvini 6.3, De Roon 6.5, Djimsiti 6.3 (19’ Bakker 6); Hateboer 6.2 (46’ Holm 5.8), Ederson 6.1, Koopmeiners 6.3, Ruggeri 6.7; Miranchuk 6 (91’ Adopo 5-9), Lookman 5.9 (46’ Muriel 5.9); De Ketelaere 6.4 (58’ Pasalic 6.3). All. Gasperini 6.13.
Arbitro: Piccinini della sezione di Forlì.