Federica Sorrentino
Il virus dell’amicizia ha prevalso sul Covid-19 più di quanto si immagini. Senza l’amicizia virale, l’aiuto morale non avrebbe avuto l’intensità sufficiente per sostenere chi, contagiato, ha dovuto affrontare nell’isolamento dei reparti di cura il lungo e difficile cammino verso la guarigione. Tra i tanti esempi, ne citiamo uno che conferma quanto di bello possa nascere in un ambiente sportivo e nello specifico nel mondo del rugby. Che si per sé sviluppa uno spirito di squadra e un senso di partecipazione oltre i colori e gli steccati. Protagonisti i cosiddetti “old”, giocatori over 42, i veterani del Rugby Bergamo 1950. Indossano con orgoglio la maglia giallorossa e sono legatissimi. Lo dimostra quanto hanno fatto nei confronti di uno di essi, contagiato da coronavirus a fine marzo scorso, nella fase più cruenta della pandemia. Il quadro clinico grave ne ha imposto il ricovero in terapia intensiva all’ospedale di Seriate, dove è stato sedato. Un mese dopo, il risveglio, a testimonianza del superamento della fase acuta che però ha lasciato il segno nel fisico. Lo descrivono dimagrito, bisognoso di riabilitazione, ma per fortuna guarito dal Covid-19. All’ospedale di Gazzaniga un altro mese per gli esercizi di riabilitazione e recuperare le forze. Una odissea, come tante altre centinaia, ma per fortuna a lieto fine. Nel cuore di questa esperienza personale, la vicinanza dei compagni di squadra, dimostrata con una inventiva e originalità senza pari. Gli Old di Rugby Bergamo 1950 hanno realizzato un video, condiviso sulla chat che accomuna i componenti la squadra degli over 42, per fargli sentire la vicinanza. Poi, quando il loro compagno si stava riabilitando, hanno pensato di realizzare la più lunga rete di passaggi con la palla ovale: oltre 200 km. Quarantuno veterani giallorossi sono andati incontro l’uno all’altro sul territorio, una vera e propria staffetta, apponendo a ogni passaggio la propria firma sul pallone, che è stato consegnato (con tutti gli accorgimenti del caso e nel rispetto del distanziamento) all’amico convalescente in ospedale. Dovrebbe trattarsi della più lunga azione di gioco nella storia del rugby, degna di figurare nel Guinness dei primati. Non sappiamo se lo sarà. Di certo la palla ovale con 41 firme, dopo essere passata di mano per oltre 200 km e opportunamente sanificata, è diventata un cimelio nella casa dove l’amico guarito è tornato a vivere insieme alla sua famiglia.