Simone Fornoni
Le speranze playoff restano legate alla matematica, al recupero al PalaFacchetti contro Orzinuovi il prossimo 7 aprile o ai 4 posti che usciranno dal Girone Azzurro a 6 (dalla 7° alla 9° del Verde e del Rosso) nella post season. Perdendo male, col blackout dopo il venticinquesimo, in casa dell’Urania Milano (81-61: 20-17, 12-18, 29-11, 20-15), la quarta delle ultime cinque (record a 12-13), la BCC Treviglio ha comunque ammesso di aver mollato. Senza primattori, l’importanza del cast dovrebbe fare la differenza. Se è a intermittenza contro l’intensità altrui, ciao. Se capitan Reati (5) la indovina dal campo solo al fotofinish per limitare il passivo al ventello, ri-ciao.
Contro la rotazione di Davide Villa, una giusta punizione al 22/63 al tiro, 7/23 da dove ci vuole il prefisso, e ai 33 palloni carpiti sotto contro 41, nonché all’incapacità di aumentare i giri al cospetto di un quintetto leggero. Pepe (10 e 3 assist) inaugura la serie delle triple (4-2, 2′), lo start della serie per i locali (9-4, 4′) è del play Bossi (14+5+3) che si ripete più tardi (14-10) con Raivio (12 e 11 rimbalzi!) a rintuzzare il controsorpasso a due di post e centro ospite (17-15). Il rovescio della medaglia di un Borra (5+5 in 10′, 15+8 in totale) sul pezzo anche nel gioco alto-basso col discontinuo Nikolic (9+6+4) è il mismatch col più agile e leggero Langston (14+5) nel pitturato e in transizione.
Di là Montano (20+5+6) è un turbodiesel che scrive più 7 (26-19) sbloccandosi a una sestina dall’intervallo e dalla panchina Piunti (14) aggiunge centimetri e polso, di qua Bogliardi (2 in 6′) segna nella frazione della sirena corta per sparire e Lupusor fa 8 minuti inutili. J.J. Frazier, 12 con 3/13, ha una leadership traballante ma talora la mette, vedi da 3 per il riavvicinamento sul 26-22 tentando di suonare la sveglia al pacchetto esterni, per guadagnarsi infine tre personali per un nuovo parzialino (35-32, 9′) a favore, con la sentenza Sarto (6) fermo ai due nasini avanti dalla sua mattonella, l’ultimo sul 30-28 a 3′ dal tè.
Nell’atto I della ripresa, i plus residui di Pepe dalla distanza (40-39, 3′) e del totem torinese due volte, ma il lungo italiano atipico altrui la piazza e gli scarichi nell’angoletto fanno troppa bua. Il tecnico al pupillo di coach Devis Cagnardi a 3’26” dallo scollinamento costa 49-44 ed extra-possesso con bombone di Piunti, l’ombroso Ancellotti (2) si schioda appena dalla virgola e Montano chiude i conti, da sinistra e dalla carità, per il 59-46 all’ottovolante. La decade del sipario è garbage time con Raspino (3+4; Benevelli e Cavallero 2) e il top del Palalido a fuggire fino al più 23 (79-56, 9′).