Giro d’Italia, presentata la tappa che arriva a Bergamo il 21 maggio

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di Marco Cangelli
Sport, bellezza e cultura: sono questi gli ingredienti che hanno reso celebre il Giro d’Italia. Elementi che contraddistinguono la “festa di maggio”, ma anche Bergamo, che domenica 21 maggio ospiterà la quindicesima tappa della Corsa Rosa.

La frazione, 195 chilometri con partenza da Seregno, è stata presentata nella serata di giovedì 27 aprile al Kilometro Rosso da alcuni dei principali protagonisti che hanno lasciato il proprio segno nella storia della corsa a tappe analizzando i vari trabocchetti presenti lungo il percorso.

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Un tragitto che presenterà 3.600 metri di dislivello contraddistinti da quattro gran premi della montagna che chiameranno i principali contendenti al Trofeo Senza Fine a venire allo scoperto e attaccare in vista dell’ultima settimana.

Giro d'Italia
Mauro Vegni (Foto M.C.)

Penso che questo Giro d’Italia rappresenti la mia idea di competizione visto che durante tutte e tre le settimane di corsa abbiamo cercato di inserire momenti importanti per la classifica generale. La tappa di Bergamo non è stata messa a caso di domenica perché abbiamo disegnato una frazione che si avvicina molto al percorso del Giro di Lombardia – ha spiegato il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni -. Non ci saranno vette con quote elevate, ma sarà un continuo saliscendi che si aggiungerà al doppio passaggio sulla città che consentirà di dare un’immagine del territorio. Una provincia che, grazie alla propria composizione, è ideale per creare grandi eventi ciclistici“.

L’arrivo del Giro d’Italia rappresenta anche l’ennesima conferma dell’importanza di Bergamo che in questi mesi sta ricoprendo insieme a Brescia il ruolo di “Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Un riconoscimento che non è soltanto frutto delle bellezze storiche e artistiche della città, ma anche della resilienza mostrata nel corso degli anni dai campioni provenienti dal nostro territorio che hanno fatto la storia del ciclismo.

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Giorgio Gori

Questa tappa l’abbiamo voluta e inseguita insieme a Giovanni Bettineschi perché quest’anno ci voleva. Io credo che accenderà l’entusiasmo di migliaia di persone che verranno a seguire l’arrivo, ma al tempo stesso sono consapevole come il Giro sia un grande strumento di comunicazione per i nostri territori – ha sottolineato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori -. Il ciclismo racconta un pezzo della nostra cultura perché è uno sport di fatica e passione e per questo motivo sono convinto che sarà una festa popolare“.

Chi osserverà con grande attenzione e anche un pizzico di nostalgia i propri colleghi giocarsi il successo sarà Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi-Roubaix 2021 e ospite speciale della presentazione.

Costretto al ritiro in seguito a un malore patito nel corso di una tappa della Vuelta Catalunya, il campione bresciano ha voluto ripercorrere la propria esperienza dopo aver rischiato di perdere la vita al termine di una volata.

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Sonny Colbrelli

In molti non possono esser qui a raccontare quanto è successo. Non dovevo nemmeno essere presente a quella gara in quanto reduce da una bronchite, tuttavia ho provato comunque a vincere e ciò che ricordo è l’immagine che mi avvicino al mio massaggiatore e mi accascio. Mi sono risvegliato in ospedale chiedendo al medico cosa mi fosse successo e di poter tornare con i miei compagni in albergo perché stavo bene – ha raccontato l’ex campione europeo -. Devo essere grato al ragazzo che mi ha fatto immediatamente il massaggio cardiaco quando i medici non capivano, ma anche ai miei figli che sono il mio motore per proseguire. Ora sto studiando per diventare direttore sportivo, però quando ho ripercorso in ammiraglia con la Bahrein-Victorius la Roubaix è stato un colpo al cuore“.

Alla regia dell’organizzazione si è confermata ancora una volta Promoeventi Sport guidata da Giovanni Bettineschi che, a vent’anni dalla propria nascita, si è battuta per riportare nel capoluogo orobico la kermesse più amata dagli appassionati di due ruote.

Da sinistra: Paolo Franco, Simona Befani, Lara Magoni.

Senza Promoeventi il Giro non arriva, nulla si costruisce se non dal rapporto e dalla professionalità con RCS. Lui con questa passione scalda l’animo di tutti i quanti e, grazie al suo lavoro, ci giochiamo i prossimi Giri – ha sottolineato l’assessore regionale alla Casa e all’Housing Sociale Paolo Franco a cui si è aggiunta la sottosegretaria allo sport Lara Magoni -. Il ciclismo rappresenta quelle montagne, quelle salite e quelle discese che contraddistinguono le nostre montagne. Come abbiamo voluto dare il patrocinio e un piccolo contributo anche perché speriamo che il prossimo anno il Giro possa tornare nuovamente a Bergamo“.

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Giovanni Bettineschi

La serata è stata anche l’occasione per ricordare l’ex professionista Dario Acquaroli, scomparso lo scorso 9 aprile a causa di un malore mentre percorreva in sella alla propria mountain bike i sentieri della sua Valle Brembana: “Dario era un amico che era con noi dal 2002 e ogni volta che lo chiamavo, era sempre presente – ha ricordato con grande emozione il presidente di Promoeventi Giovanni Bettineschi -. Quando lavorava per Vittoria e Merida non ha mai mancato a nessun nostro appuntamento, portando sempre il suo sorriso e la sua allegria che mancherà a tutto il gruppo“.

Quando si pensa a Bergamo e al ciclismo è impossibile non pensare anche a Felice Gimondi, che ha conquistato la maglia rosa per tre volte entrando a far parte del novero dei pochi corridori che ha saputo cogliere il successo in tutti i Grandi Giri.

Un personaggio che incarnava alla perfezione lo stile “bergamasco” nei suoi duelli con Eddy Merckx e che è stato raffigurato in una opera d’arte realizzata da Emiliano Facchinetti su idea di Domenico Bosatelli con la collaborazione dell’azienda “Tino Sana” di Almenno San Bartolomeo.

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La scultura dedicata a Felice Gimondi presentata da Gianpaolo Sana e Norma Gimondi

Sono emozionato perché voglio ricordare la figura di Domenico Bosatelli. Abbiamo cercato di interpretare la passione del ciclismo, il rispetto e l’amore che c’era nella figura di Felice Gimondi. Abbiamo passato diversi week-end per capire come trasmettere questo pensiero e abbiamo interpellato uno scultore amico della famiglia Bosatelli. Ricordo con emozione perché, una settimana prima che mancasse, Domenico Bosatelli vide le immagini della scultura ed era contento del risultato – ha sottolineato Gianpaolo Sana a cui hanno fatto eco le parole di Norma Gimondi -. Sono passati oltre cinquant’anni dalle sue vittorie, ma ancora oggi la mia famiglia riceve attestati di stima. Pensiamo alle impronte che ha lasciato sia alle generazioni dell’epoca così come i giovani attuali. Questo è un modo per ricordare mio padre non solo come campione, ma come ideali di persona. A dimostrare quanto l’ingegner Bosatelli ci tenesse è stata la volontà di invitarmi a casa sua per condividere la sua idea“.

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Il percorso della Seregno-Bergamo

La scultura verrà esibita a Bergamo in occasione della frazione conservando nel legno di una bicicletta l’immagine di Gimondi vincitore con la maglia di campione del mondo alla Milano-Sanremo 1974 insieme ad alcuni suoi trionfi e il simbolo della città.

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