Federica Sorrentino
Tre generazioni e un unico cognome contrassegnano la storia dell’Associazione Cronometristi Bergamaschi, appartenente alla Federazione Italiana Cronometristi, che ha novembre di quest’anno taglia il traguardo centenario. La famiglia Orlando ferma il tempo degli sportivi dal 1950, anno in cui il capostipite Umberto ha iniziato a schiacciare le lancette in ogni tipo di competizione, seguito nella passione a fine anni ’60 dalla moglie Enrica. E’ toccato poi nel ’76 al figlio Giorgio, classe 1957, appena riconfermato al vertice del sodalizio orobico che guida dal 2010 e conta 62 soci attivi. E con lui la moglie Valentina De Vita, cronowomen dall’83. Non è rimasto immune il figlio Andrea, classe ’93, il quale si è aggregato dal 2002. “Siamo parte del capitolo agonistico – proferisce Giorgio Orlando. Dunque, vita del cronometrista è una pratica sportiva? “Assolutamente sì – risponde convinto – Ci sentiamo coinvolti in ogni gara, ne siamo gli artefici, segnando il crono di un ciclista o di un atleta che corre in pista, registrando il tempo di una prestazione che si traduce in un attestato spesso destinare a segna la carriera sportiva”. Passione, capacità ma anche tante emozioni. Come quelle vissute dal padre Umberto alle Olimpiadi invernali di Cortina nel 1956, ai tempi dei trionfi di Eugenio Monti nel bob. “La passione ci porta a essere sui campi di gara, tocchiamo tutte le discipline sportive, anche le più strane. Abbiamo cronometrato perfino il campionato mondiale di mungitura delle mucche” – racconta Giorgio Orlando, presente in almeno 30 appuntamenti in un anno. Dal cronometraggio manuale alle apparecchiature elettroniche scriventi, collegate a sistemi di trasmissione dati con gli atleti e i piloti. Nel tempo, il ruolo precipuo del cronometrista è rimasto lo stesso ma il modo di operare è cambiato. Le classifiche sono un elaborato del computer, si estrapola il codice del concorrente e gli si assegna il tempo. In sostanza, si verifica che l’acquisizione dei tempi sia corretta. Nostalgia delle lancette? “Non lo nascondo. Quando ho compiuto il 18° anno ho ricevuto in regalo un cronometro ufficiale, che aveva un costo enorme”. A quali manifestazioni sono legate i ricordi più belli? “Sicuramente la Sei giorni enduro, vero e proprio campionato del mondo a squadre, a Fortaleza in Brasile nel 2003 con i colleghi bergamaschi primattori e i cronometristi locali di supporto. Insieme ai miei genitori, conservo un ricordo particolare di quelle sciistiche”.