Luca Lembi
Due squilli di Oney Tapia dalla pedana del disco e del peso di Jesolo, teatro nel fine settimana del 17-18 aprile dell’Italian ParaAthetics Top Challenge. Una vetrina di tutta eccellenza, in cui il 45enne di origine cubana, che vive a Sotto il Monte Giovanni XXIII ed è allenato da Guido Sgherzi, si è esaltato raggiungendo risultati che lo proiettano virtualmente sul podio delle prossime Paralimpiadi di Tokio. Portacolori delle Fiamme Azzurre ma anche punto di forza dell’associazione sportiva Omero Bergamo, Oney Tapia aveva esordito lanciando il peso a 13 metri e 20 centimetri, misura che corrisponde alla terza prestazione mondiale stagionale nella categoria F11 (non vedenti) e seconda di sempre a livello individuale. La gara di esordio nel disco ha regalato a Tapia la migliore misura stagionale, con 40 metri e 87 centimetri. Certo, ancora lontana dal 46,07 raggiunto con il lancio datato 2018 alla rassegna europea di Berlino, ma un ottimo viatico trattandosi della prima uscita dell’anno e che la fase di preparazione è ancora in corso e proseguirà nei prossimi mesi. Quel che conta sono l’insieme di sensazioni e l’atteggiamento nell’affrontare la pedana in un contesto di livello assoluto. La doppia prova di Jesolo è una iniezione di fuducia per il prosieguo della stagione, perché è chiaro che Oney Tapia possiede i numeri per salire su entrambi i podi paralimpici, dando continuità e ancora più prestigio a una carriera che lo vede tra i migliori interpreti delle due specialità. Il disco, in particolare, gli ha regalato l’argento ai Giochi di Rio e due volte l’oro alla rassegna continentale nella categoria F11.
“Mi sono sentito molto tranquillo – racconta Oney Tapia al termine del ciclo giornaliero di allenamenti in palestra – Abbiamo lavorato adeguandoci alla situazione. Quello di Jesolo era un test per verificare lo stato della preparazione. Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti, soprattutto del mondo in cui li ho ottenuti”. Sulla carta, il prossimo test è in programma agli inizi di giugno a Bydgoszcz, in Polonia, sede dei campionati europei paralimpici di atletica leggera. “Siamo in attesa di essere convocati dalla federazione. Abbiamo stilato un programma di avvicinamento a Tokio. Ho modificato molte cose, in modo particolare la tecnica di lancio, e introdotto nel peso il giro rotatorio. Nessuno lo aveva ancora fatto finora, io l’ho messo in pratica nell’ultimo lancio a Jesolo. Diventerà prassi una volta avere affinato i programmi”.