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Grazie corre fino a Lipsia

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a cura della Redazione

Felice Perani è uno di coloro i quali può essere definito un bergamasco alla buona, amante delle cose semplici, della sostanza e dei sentimenti onesti e sinceri. Così lo avrebbero descritto prima che il nemico invisibile gli mozzasse il respiro, costringendolo ad affrontare la dura esperienza della terapia intensiva da cui è uscito guarito venendo curato a Lipsia. Lui ama andare in bici, in particolare in mountain bike, e gli sarebbe piaciuto andare insieme alla coppia di ciclisti a ringraziare chi gli ha salvato la vita. Ma ora non è in grado di fare più di tanto e ha pensato di affidare il suo gesto di ringraziamento a chi sta pedalando verso quella città che ha mostrato tanta disponibilità, solidarietà e impegno nella cura. “Apprezzo la lealtà e la sincerità – dice – La vita deve tornare alle cose essenziali e semplici. L’effimero va lasciato da parte. Le cose che contano sono gli affetti, la famiglia, gli amici. Ho saputo che Emilio Maino e Fulvio Luraschi sarebbero partiti da Bergamo alla volta di Lipsia per andare a salutare medici e infermieri che si sono presi cura dei pazienti gravi, me compreso, trasferiti in aereo in Germania. Mi sono sentito coinvolto e ho chiesto loro di farsi portavoce della mia profonda gratitudine”.

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Ho chiesto a Maino se poteva portare un piccolo ricordo, che però non dovesse essere di impedimento alla lunga pedalata. Un ricordo indelebile, ovvero una targa su cui è riportato il periodo del mio ricovero e la dedica ai medici, agli operatori e a tutti gli operatori della Clinica Universitaria di Lipsia con un “grazie di cuore per avermi salvato la vita dal Covid”.
Quando mi hanno detto che ero l’unico sopravvissuto, non sapendo chi fossero gli altri ricoverati nella struttura di Lipsia e quanti anni avessero, il pensiero è andato proprio alle persone che non ce l’hanno fatta. Ho pianto molto ed ero molto dispiaciuto per le persone che sono venute a mancare, per le quali penso il personale sanitario tedesco abbia fatto del suo meglio”.

La mountain bike è in attesa di essere nuovamente inforcata, pronta per quando Felice Perani se la sentirà. Per il momento anch’egli è idealmente in viaggio insieme ai due amici che hanno preso in consegna la sua targa e con i quali si tiene costantemente in contatto, seguendone le tappe. Storie di vita che nascono in una terra che ama lo sport, dove la bicicletta è una compagna fedele.