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La ripartenza

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Il gioco riprende. Da dove avevamo lasciato. Una ripartenza frutto di tanti compromessi e delicati equilibri, che imporrà ai calciatori un tour de force dal 20 giugno al 2 agosto, dopo che le semifinaliste di Coppa Italia avranno rotto il ghiaccio e riportato i calciofili davanti alla tv. L’Atalanta è attesa da un programma di tredici partite in 43 giorni. Era stata proprio la squadra di Gasperini a chiudere lo spettacolo ante lockdown, vincendo il 10 marzo scorso a Valencia e lanciando alla propria terra martoriata un messaggio di speranza da un campo di soli attori e senza spettatori, come sarà per molti mesi ancora il teatro del calcio. Giusta la decisione di rimettere tutti alla pari, iniziando dalle partite della 25esima giornata da recuperare. Tra le quattro in programma, quella che vedrà l’Atalanta ospitare il Sassuolo al Gewiss Stadium, domenica 21 giugno. Aleggiava l’idea di ripartire proprio da Bergamo, città e provincia simbolo della lotta al coronavirus, come atto di omaggio alle tante vittime della pandemia e a chi in prima linea, con professionalità e generosità, si è battuto e si batte per debellarla. Ipotesi ben presto tramontata, ma che nulla toglie all’importanza di riprendere a giocare. Come ha ben detto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, “la ripartenza è messaggio di speranza per tutto il Paese e un progetto di grande responsabilità”. Ciò non significa che lo spettacolo deve continuare a tutti i costi. Concludere il campionato significa sperare che la situazione generale del Paese migliori sotto l’aspetto sanitario e che la fase della nuova socialità, quantunque improntata alla prudenza e all’accortezza ma senza pathos, sia più vicina. Giusto e responsabile, dunque, pensare a piani alternativi. Se, a un certo punto, si dovesse manifestare l’impossibilità a proseguire fino al termine del nuovo calendario, la classifica sarà cristallizzata, senza ricorrere a playoff e playout che apparirebbero ingenerosi rispetto a una discontinuità da nessuno voluta ma imposta da circostanze avverse. Ed è il motivo per cui l’Atalanta è chiamata a difendere quel quarto posto che la promuoverebbe per il secondo anno alla Champions League. Con merito guadagnato sul campo. Quanto agli omaggi, c’è stato già quello del ct Roberto Mancini, il quale con la sensibilità che gli è propria ha manifestato la volontà di riportare la Nazionale a Bergamo.

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