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Pedalare sui rulli

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Luca Lembi

L’isolamento domestico necessario a fronteggiare
l’emergenza sanitaria ha suggerito a molti ciclisti,
professionisti e amatori, l’alternativa di pedalare
sui rulli.
Un tipo di allenamento diventato abituale durante
i mesi invernali, per sopperire alle scarse ore di
luce e alle condizioni climatiche avverse.
Ora, però, le necessità sono legate al momento
difficile e alla rinuncia forzata all’aria aperta. Ce
ne parla Carlo Brena, media relation manager per
importanti brand legati proprio al mondo del
ciclismo, il quale si è recentemente cimentato nel
percorrere virtualmente gli ultimi 57 km della
Milano-Sanremo.
La soluzione dei rulli è stata introdotta negli anni
70, in assenza di abbigliamento tecnico adeguato
ad affrontare le basse temperature invernali. Ora
è tornata di moda, con l’introduzione di
cicloergometri o ciclomulini. A differenza dei primi
tipi di rulli, che si limitavano a generare attrito
sulla ruota posteriore della bici, la nuova
generazione è collegata a un sistema meccanico ed
elettronico tale da opporre una resistenza che
permette di simulare il percorso in pianura, salita
o discesa, esattamente come se si fosse in strada.
“Il percorso, tracciato con Gps, viene scaricato su
computer, a sua volta collegato al cicloergometro
attraverso specifiche applicazioni – spiega Brena –
E’ uno strumento che permette di allenarsi meglio,
con lavori specifici, con sequenze predeterminate
del numero di pedalate e potenza espressa in watt.
Si tratta di tabelle di allenamento, svolte tenendo
sotto controllo watt e battito cardiaco, molto difficili
da eseguire lungo le strade, dove si incontrano
ostacoli e soprattutto traffico”. Una volta
completato, il periodo di pedalata sui rulli viene
scaricato su piattaforme web e condiviso
dall’allenatore che controlla i risultati raggiunti.
Inoltre, i cicloergometri (ce ne sono da 500 euro in
su) sono utilizzabili con App disponibili sui diversi
device che riportano numerosi tracciati storici,
dalla salita dello Stelvio a un tratto della MilanoSanremo. Ciò consente di condividere l’esperienza
della corsa con ciclisti presenti in ogni parte del
mondo e collegati dalla propria abitazione alla
sessione per dare vita alla competizione agonistica.
“Una versione evoluta di E-Sport perché al posto
delle mani sulla consolle ci sono le gambe che
pedalano. Si suda e non ci si annoia” – sottolinea
Carlo Brena.

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