Il curling? Nient’altro che la trascendenza del gioco delle bocce

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Ogni volta che arrivano le Olimpiadi invernali il curling ruba la scena. E tutti impazzano per il curling. Ma diciamo la verità, lo decliniamo solo come sport olimpico. Non è certo la Champions e noi bergamaschi, poi, siamo del partito delle bocce. Ma il curling nient’altro è che la trascendenza del gioco delle bocce. Non ci sono sfere di osso levigate che rotolano su un campo di terra battuta, nel curling si usano pietre con tanto di maniglione e base appiattita che scivolano su una pista di ghiaccio. Le pietre pesano 20 chili circa. Per giocare devi avere una scopetta e un paio di scarpe spaiate, nel senso che una suola deve poter scivolare e l’altra no. Quando parte la pietra tu li vedi questi atleti del curling che si affannano a gesticolare vigorosamente davanti alla pietra. Ti sforzi di capire cosa ci sarà mai da pulire su quella superficie linda e liscia. Invece l’obiettivo è quello di cercare di indirizzare la “boccia” nel verso voluto. Nel curling non c’è il boccino. Vince chi posa più pietre nella casa, che è indicata da due cerchi, uno rosso più piccolo e uno blu più grande. Sì, però, vuoi mettere avere il boccino? Il resto è come nelle bocce. Se vuoi togliere di mezzo la pietra del tuo avversario non devi far altro che “bocciarla”. Bene, adesso che mi è venuta voglia di giocare cerco un campo da gioco, ma il più vicino forse è a Milano. Pota. Noi andiamo ancora alla vecchia. Il ghiaccio lo usiamo per fare graniti. E nei paesi ci viene più comodo e meno costoso realizzare bocciodromi. Solo gli scozzesi potevano inventarsi un gioco del genere, quando, d’inverno, nelle alte terre si trovavano con tutti ‘sti laghetti ghiacciati e prendevano a lanciare i sassi. Prima il più lontano possibile, poi verso un punto stabilito. Infine, eccolo qua: il loro sport si è diffuso talmente ed è piaciuto tanto che è diventata disciplina olimpica. Però, dai, diciamolo: l’uso della scopetta non è tanto sportivo.

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