Fiona May è stata una precorritrice: una delle prime atlete a cambiare nazione per raggiungere i suoi traguardi più importanti, la fuoriclasse del salto in lungo ha regalato importanti successi all’Italia come due titoli mondiali e due argenti olimpici diventando una delle prime atlete di colore a vestire la maglia azzurra.
La campionessa inglese ha fatto la storia, ma oggi segue da vicino la figlia Larissa Iapichino, stando però sempre un passo indietro, evitando così di impattare eccessivamente sulla sua carriera come spiegato nel corso dell’incontro andato in scena a Bonate Sopra per Time Out Sport Festival.
Com’è essere la mamma di una campionessa come Larissa? Le dà alcuni consigli?
Sono una mamma prima che un’atleta, anche se avendo fatto lo stesso sport prima di lei, so cosa stia passando lei. Sto facendo per certi versi doppio lavoro, un doppio impegno con una doppia intensità. Quando lei chiede di consiglio glielo dò, altrimenti lei deve imparare da sola. Lei è una donna, un’atleta, non ha bisogno che io stia dietro di lei perché lei può fare cose grandi. Essere una lunghista è stata una sua scelta. Sta facendo bene per cui, come qualsiasi donna, qualsiasi mamma al mondo, sono molto fiera di mia figlia.
Si è emozionata quando ha vinto l’oro agli Europei Indoor? Com’è stato quell’abbraccio dopo la gara?
Lei ha fatto tre centimetri in più di quello che ho fatto io per vincere ventisette anni fa. Doveva succedere dopo tanti anni e poi con la nuova pista, le scarpe, è giusto che lei mi superi. L’emozione arriva dal vedere continuare la destinazione del salto in lungo nella mia famiglia, che è tornata a vincere titoli europei indoor e io spero che possa vincere gli altri titoli che ho vinto io e si ripeta.
Qual è il titolo che l’ha emozionata di più nella sua carriera, visto che sono arrivati insieme a titoli mondiali e medaglie olimpiche?
Tutti, perché ci vogliono tutti gli impegni, ognuno di loro ha una storia dietro, ma tutte le medaglie che ho vinto mi hanno emozionato.
Un altro tema che ha trattato recentemente è il tema del razzismo. C’è del razzismo nello sport italiano?
No, non c’è razzismo nel sport italiano, c’è razzismo dal pubblico verso le persone che partecipano e che rappresentano l’Italia, nello sport non esiste.