Quarantamila iscritti alla 32esima Maratona di Londra, una sorta di prova generale di quella che sarà la gara destinata a chiudere il programma olimpico dei Giochi estivi 2012. Una grande festa dello sport, rabbuiata dalla morte di una giovane podista inglese dopo circa 40 km di gara. Pronostico rispettato con dominio dei maratoneti kenioti. In campo maschile vince Wilson Kipsang in 2h04’43”, che succede a Emmanuel Mutai; tra le donne Mary Keitany bissa il successo della passata edizione arrivando a tagliare il traguardo in 2h18’37”, quinta migliore prestazione femminile di tutti i tempi. A Londra si corre al sole. Al via si contano i nomi più importanti della maratona e del gran fondo: Patrick Makau, primatista del mondo sui 42,195, Abel Kirui, campione del mondo, Vincent Kipruto, argento iridato, Martin Lel che ha centrato tre volte il successo a Londra e due a New York. L’elenco dei già famosi sarebbe lungo da riportare. Il percorso va da Greenwich, sede dell’omonimo osservatorio e del meridiano zero a cui fa riferimento l’ora universale, a Buckingham Palace. Ad eccezione dei primi 40 km, solo il tratto finale è esattamente quello su cui si cimenteranno le donne (5 agosto) e gli uomini (12 agosto) nella gara olimpica. Alla Maratona di Londra puntava Nadia Ejjafini, chiamata a fare meglio del 2h26’10” di Rosaria Console che rappresenta il terzo tempo valido per la qualificazione olimpica. Ma Ejjafini non riesce a concludere la gara e deve dire addio al sogno a cinque cerchi.
Sullo sfondo del bianco sorriso degli atleti kenioti il dramma della 30enne inglese Claire Squires, crollata letteralmente a meno di due km dal traguardo e deceduta per collasso cardiocircolatorio. Prontamente soccorsa da un’organizzazione impeccabile sotto il profilo della sicurezza, la maratoneta amatoriale non si è ripresa. Era alla seconda partecipazione alla Maratona di Londra, che aveva portato a termine nel 2010. E’ la decima morte nella storia della competizione. Ancora più doloroso sapere che Claire Squires aveva scelto di correre per guadagnare il premio di 500 sterline che avrebbe devoluto ad un’associazione benefica, come aveva già fatto in precedenza scalando il Kilimangiaro in Tanzania e raccogliendo in quella circostanza 1400 sterline.