Il sogno svanisce, la speranza no

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ITALIA-LITUANIA-EUROBASKET2013-175-800x532Non è riuscita l’impresa ai ragazzi di Simone Pianigiani, la Lituania si impone 81-77 e si guadagna l’accesso alle semifinali del torneo continentale. Assieme ai lituani si giocheranno il titolo la Croazia, la Spagna e la Francia, nessuna grossa sorpresa, con la sola eccellente assenza della Grecia “targata” Trinchieri. Quarti di finale con i campioni spagnoli che triturano la Serbia (90-60), i transalpini che si riprendono dopo una fase iniziale fatta di alti e bassi, spegnendo l’entusiasmo dei padroni di casa (72-62 alla Slovenia) e coach Repesa grande motivatore nel successo croato contro l’Ucraina (84-72).

Veniamo alla partita degli azzurri, l’inizio è esattamente l’opposto di quello pronosticato e sperato dallo staff tecnico. La differenza di centimetri è evidente e lo si sapeva, ma se a questo si aggiunge anche la facilità con cui i nostri avversari trovano la via del canestro, si spiega bene il 15-22 con cui si chiude il primo quarto. Nel secondo parziale, nonostante l’assenza del capitano Datome (in panchina con un ginocchio malconcio), si gettano le basi per una meravigliosa rimonta sulle ali di un Diener, mai così concreto come in questa occasione. Al 20′ il tabellone recita 39-40 e la partita è apertissima, come dimostra il botta&risposta con cui si sviluppa il terzo quarto, che termina con l’Italia avanti 58-57 e disperatamente determinata a lottare fino alla sirena finale. Purtroppo a questa determinazione non corrisponde altrettanta lucidità, tanto che per 6′ non si riesce a trovare la via del canestro, incassando un mortifero parziale di 0-12. La semifinale diviene un miraggio lontanissimo, malgrado Gentile (15) e Belinelli (22) siano gli ultimi ad alzare bandiera bianca. L’uscita dal campo è a testa altissima e con la mente già rivolta alla sfida con l’Ucraina. Reagire, vincere e guadagnarsi così un posto al prossimo Mondiale: premio strepitoso per una squadra che ha saputo davvero andare oltre i propri oggettivi limiti.

forbes

(commento di Luca Polesinanti)