di Giambattista Gherardi
Sono stati celebrati lunedì 2 gennaio 2023 in Liguria i funerali di Giancarlo Monaci, 84 anni, bergamasco dell’Alta Val Brembana, protagonista fra gli anni ’50 e gli anni ’80 di una luminosa carriera fra i dilettanti liguri, arrivando a indossare la maglia della Nazionale.
La famiglia Monaci era originaria di Trabuchello (Isola di Fondra), ma Giancarlo era nato a Milano, città di origine della madre. Il lavoro da autotrasportatore del padre (che poi anche Giancarlo avrebbe praticato) aveva successivamente portato i Monaci in Liguria, dove per tutti, sin dall’infanzia, Giancarlo era “Ermanno”, un nome ereditato in memoria di un parente morto prematuramente.
Il calcio era stato da sempre la sua grande passione e aveva cominciato nei settori giovanili di Olimpia e Villetta sino a esordire in Prima Categoria (ancora giovanissimo) nel Val Bormida. È rimasto in campo sino al 1984, quando aveva 46 anni, nelle file della Pallarese, con annate di grande spessore con Carcarese, Cairese e Cengio. Una longevità agonistica che gli fece meritare il soprannome di “Nonno”, ricordato da tanti che sui social hanno commentato con cordoglio e affetto la notizia della sua scomparsa.
A Cairo Montenotte, negli anni ’60, fu fra i maggiori protagonisti della “Cairese dei Miracoli”, che arrivò per due volte a disputare le finali per l’accesso in Serie D. Le statistiche annotano che con la maglia gialloblù della Cairese (deposta anche sulla bara in occasione dei funerali) “Ermanno” Monaci disputò 195 partite segnando 65 reti.
Nella nazionale Dilettanti disputò due partite, contro l’Inghilterra (allo stadio Marassi di Genova) e la Germania (allo stadio Rizzo di Cairo Montenotte), andando in gol in entrambe le occasioni.
“Monaci – ricorda Luciano Angelini, portiere suo compagno di squadra – al contrario di Pepè Minuto, il suo gemello del gol (una faina in area di rigore), incarnava il classico centravanti di sfondamento: lottava su ogni pallone, non temeva i contrasti, affrontava a bulloni spianati le marcature più violente con grinta e indomita forza fisica. Un gladiatore, insomma. Buon tiro, forte e preciso, capace anche della finezza del tocco sotto, come nel gol contro l’Inghilterra. Fortissimo nel colpo di testa, una delle sue specialità. Per lui nessuna traiettoria andava perduta. Sempre generoso nel mettersi al servizio della squadra e dei compagni”.
“Ci ha lasciati dopo una lunga ed estenuante lotta contro la malattia – ha scritto Daniele Siri sulla pagina ufficiale dell’Asd Cairese 1919 -, ma d’altronde dal “Nonno” non potevamo aspettarci niente di meno, visto che anche sul terreno di gioco era sempre l’ultimo a mollare spronando, con il suo carattere spigoloso ma sincero, i compagni a lottare sino alla fine anche quando la sconfitta appariva inevitabile. Se chiudo gli occhi, lo vedo puntare la porta con il suo scatto bruciante, saltare l’avversario e scaraventare il cuoio alle spalle del portiere”.
In Liguria di quel goleador bergamasco, all’anagrafe Giancarlo e per tutti Ermanno, resterà per sempre un bellissimo ricordo.