Coppe euroiberiche

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juveoutLe due coppe europee, Champions e Europa League, potrebbero fermarsi entrambe a Madrid o, al più, la meno ambita, ma ugualmente prestigiosa, prendere la via di Lisbona. Il responso delle semifinali delle due manifestazioni continentali hanno espresso un verdetto lapidario. La Juventus, partita dall’1-2 patito in casa del Benfica, non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 in ben cento minuti di partita, considerato che tra primo e secondo tempo i minuti di recupero sono stati dieci. Squadra di forte personalità quella portoghese, capace di resistere al tentativo di pressione offensiva chiudendo con ordine ogni spazio, evitando di disunirsi quando rimasta in dieci per espulsione di un suo giocatore e addirittura in nove negli scampoli finali per via di un infortunio. Il Benfica arriva così in finale di Europa League per il secondo anno consecutivo, la Juventus manca l’appuntamento con la sfida per la conquista del trofeo che, ironia della sorte, si giocherà proprio allo Juventus Stadium. Squadra inarrestabile in campionato, che si appresta a vincere per il terzo anno consecutivo, quella allenata da Antonio Conte ha rivelato tutti i suoi limiti per eccellere in campo internazionale. Tevez, top player assoluto nella corsa allo scudetto, ha rotto il digiuno a livello europeo segnando il gol della speranza nella gara di andata a Lisbona, ma non ha saputo ripetersi quando bastava una rete per guadagnare la finale. Troppo leziosa e prevedibile la manovra della squadra di Conte, che risulta penalizzata sugli esterni, dove può contare su giocatori buoni ma non di più. Lo stesso Pogba, al di là dei numeri da “piedi buoni” e tecnica sopraffina, non riesce al momento a fare la differenza. Il risultato è che se l’avversario non sbaglia, difficilmente il gioco mostrato dalla Juve in campo europeo può produrre gol pesanti, quelli che servono per andare avanti. Il Benfica, va ricordato, arriva alla finale imbattuto. Affronterà il Valencia, che ha capovolto lo 0-2 con il Siviglia.

La Champions vivrà il derby tutto spagnolo tra Real e Atletico Madrid. La lezione di Cristiano Ronaldo e compagni al Bayern nello stadio bavarese sarà ricordata a lungo. Non di meno quella inflitta da Simeone a Mourinho nella tana del Chelsea. Se i bianchi di Ancelotti confermano la loro potenza di gioco, schemi e tecnica, l’Atletico è il nuovo che si affaccia: squadra robusta, efficace, determinata, che nulla lascia al caso. Ne vedremo delle belle, ma non di colore italico. Il terzo scudetto bianconero avrà un sapore amarognolo. Prima di conquistarlo aritmeticamente, è già tempo di ripensare alla squadra della prossima stagione. In campo, per imporsi in Europa, deve andare gente che abbia già imparato a vincere o abbia voglia di farlo.

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