Se un Paese vede un proprio arbitro designato per dirigere la finale di un campionato del mondo significa che la propria squadra nazionale ha interrotto il suo cammino ben prima dell’Olimpo calcistico. Nicola Rizzoli, dopo l’eliminazione dell’Italia nel girone di qualificazione, era tra i candidati a fischiare la partita del Maracanà che assegna la Coppa del Mondo 2014. La scelta è caduta su di lui e così egli diventa il terzo arbitro italiano a dirigere una finale del Mondiale dopo Pierluigi Collina nel 2002 in Giappone e Corea (Brasile-Germania 2-0) e Sergio Gonella nel 1978 in Argentina (Argentina-Olanda 3-1 dopo i supplementari). Gonella venne premiato ma l’Italia di Paolo Rossi e Antonio Cabrini in quella circostanza disputò la finale per il terzo e quarto posto perdendo 2-1 dal Brasile. Dopo la direzione della finale di Champions League 2013 (sesto arbitro italiano dopo Lo Bello, Agnolin, Lanese, Braschi e Collina), vinta dal Bayern Monaco contro il Borussia Dortmund a Wembley, il 42enne Rizzoli, emiliano di Mirandola, tocca l’apice della carriera dopo aver diretto altre tre gare nel mondiale brasiliano: due volte l’Argentina, vittoriosa prima sulla Nigeria (3-2) e poi sul Belgio (1-0), e la pesante rivincita dell’Olanda sulla Spagna. Per la classe arbitrale italiana è un momento di legittima soddisfazione, anche perchè il nostro Paese diventa quello con il maggior numero di fischietti (20) ad aver diretto gare nella fase finale di un mondiale di calcio.
Rizzoli, che nel 2009 ha arbitrato la finale della prima edizione della Europa League, introdotta al posto della vecchia Coppa Uefa, ha debuttato in serie A il 14 aprile 2002 in occasione della partita Venezia-Perugia 0-2. Al termine della stagione 2013-2014 ha diretto 183 partite in serie A (tra cui quattro volte il derby milanese e le sfide Milan-Juventus e Inter-Roma, tre volte Juventus-Roma e due il derby capitolino e Juventus-Inter. Nel 2013 è risultato il secondo migliore arbitro al mondo dopo Howard Webb.