Germania Forza Quattro

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Barcelonas-Lionel-Messi-a-001La doppia sfida di Champions League tra Germania e Spagna ha visto i due club iberici supertitolati soccombere sotto i colpi inesorabili del Bayern Monaco, quantomai continuo nelle ultime stagioni con un’ossatura tecnica da prima della classe, e del Borussia Dortmund, artefice di un crescendo fantastico e trascinante. I bavaresi hanno spazzato via la corazzata blaugrana che sembrava invincibile fino a quando non è stata messa alle corde dal Milan, salvo poi rifarsi al Camp Nou. Quattro pesantissime reti, due delle quali probabilmente viziate da posizione di fuorigioco, che hanno evidenziato come il Barcellona senza Leo Messi in piena forma non renda come vi si aspetterebbe. Un poker, alleviato solo da un gol di Cristiano Ronaldo che serve a tenere vive le speranze di remuntada, ha castigato il Real Madrid di Jose Mourinho a Dortumud. La disfatta porta per intero la firma di Lewandowski, uno che qualche stagione fa ha rischiato, si fa per dire, di vestire le maglie di Genoa, Sampdoria, Napoli e Atalanta quando giocava ancora con il Poznan. L’attaccante polacco ha gonfiato quattro volte la rete entrando nell’olimpo dei marcatori della massima manifestazione per club europea, dove troviamo i nomi di Puskas e Di Stefano, dei milanisti Van Basten e Shevchenko, Messi, Van Nistelroy e Gomez del Bayern lo scorso anno, senza dimenticare Simone Inzaghi che da laziale fece l’impresa nel 2000 contro il Marsiglia. Ma il doppio successo tedesco sugli spagnoli non è riducibile solo a mera statistica. C’è molto di più e la chiave di lettura, sempre rischiosa, indicherebbe una sofferenza marcata di club che hanno raggiunto l’apice. Il Barcellona, celebra per la fitta ragnatela di passaggi e la rapidità delle sue geometrie, è stato letteralmente congelato dalla forza d’urto del Bayern. Attenzione, però: affermare che siamo ai titoli di coda del “tiqui-taca” è un azzardo. Semmai che il rendimento di Messi condiziona, e non poco, quello della squadra. Ma la scuola blaugrana, benché perda colpi, è ancora in grado di riprendersi, come ha fatto contro il Milan. Quanto al Real, letteralmente in balia della squadra di Klopp che corre, diverte e si diverte, gli unici a salvare la faccia sono stati Khedira, che non si smentisce per qualità tecniche e impegno, e Cristiano Ronaldo, il cui gol in contropiede consente di puntare al 3-0 nella gara di ritorno, punteggio che qualificherebbe proprio gli spagnoli. Se, però, Jose Mourinho ha ammesso la netta supremazia degli avversari, l’analisi è più di un grido d’allarme. Sia per il Barcellona che il Real Madrid l’impresa, come si dice, appare assai difficile ma non impossibile. I panzer hanno dimostrato, in fondo, che i migliori sono battibili con la lucidità e la forza agonistica. Serve la partita perfetta. E gli spettatori ne hanno viste due, entrambe di marca tedesca.

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