Juventus eliminata dalla Champions League. La beffa arriva all’85’ di una partita divisa in due tronconi dalle intemperie meteorologiche in quel di Istanbul. Martedì sera lo stadio del Galatasaray, su cui si è giocato per 31 minuti prima della sospensione, sembrava un presepe la notte di Natale, ma il buio pesto è scattato nel pomeriggio dell’indomani quando l’ex interista Wesley Sneijder ha infilato la porta di Buffon giocando sotto folate di tempesta e su un campo arato, è il caso di dire, dai cingoli degli spazzaneve utilizzati per rimuovere la coltre di ghiaccio e neve. Avessero iniziato un’ora prima delle 15 locali, sarebbe stato meglio. Ma la Uefa è stata irremovibile e a nulla sono valsi i tentativi di Antonio Conte e Gigi Buffon, prima dell’intervallo, di convincere l’arbitro Proença a rinviare nuovamente il match decisivo per la qualificazione agli ottavi di finale. I commenti parlano di uno scenario indegno ma la verità è che le condizioni ambientali sono le stesse per entrambe le squadre. Prendere gol e perdere può succedere. Quello che non va è il ruolino di marcia dei bianconeri, presentatisi a Istanbul con una sola vittoria all’attivo in cinque incontri e dopo essersi fatti fermare in casa proprio dal Galatasaray e due volte dal Copenhagen. Qualcuno ha rivisto lo spettro della partita annacquata di Perugia che tolse lo scudetto dalle maglie della Juventus e lo appiccicò su quelle della Lazio. Vero Roberto Mancini, oggi allenatore dei turchi?
Antonio C0nte ha il coraggio di ammettere che l’errore è stato ridursi a giocare l’ultima gara a Istanbul con la qualificazione in bilico e aver finito per pagarne le conseguenze a causa di una componente imprevedibile che ha ridotto il campo in condizioni pietose. Difficile dire chi sia stato più o meno danneggiato. Ora la Juventus retrocede in Europa League, la cui finale si svolgerà a Torino. Almeno portare a casa la coppetta.