Il Milan si fa male da solo

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milan-atletico-madrid-streaming-1Il 28esimo compleanno dell’era Berlusconi non sarà ricordato tra i più felici in casa Milan. Il Cavaliere acquisì la società rossonera il 20 febbraio 1986 e certamente avrà ripassato i trionfi internazionali che ne fanno la squadra più titolata al mondo. Ma la gara di andata degli ottavi di finale di Champions League, che ha visto calare sul terreno di San Siro l’Atletico Madrid dell’ex interista e laziale Simeone, si è rivelata decisamente amara, a dispetto di una prestazione tutto sommato positiva. Il Milan ha la capacità di trasformarsi quando mette piede in Europa e l’approccio al confronto ad eliminazione diretta faceva presupporre ben altro esito. Una traversa clamorosa di Kakà dopo un quarto d’ora, seguita dal colpo di testa di Poli deviato sul palo dal portiere spagnolo, sono stati episodi decisamente sfortunati. La premiata ditta formata da Kakà, trascinatore dei rossoneri alla conquista dell’ultima Champions nel 2007, e Clarence Seedorf, protagonista in campo di quel successo e ora chiamato in panchina per tentare di rinverdirlo, si sono ritrovati a lottare insieme e lanciarsi sguardi eloquenti. Il 4-4-2, con Balotelli e Kakà in avanti e un incisivo Taarabt a centrocampo, è una formula che ben si addice alla rosa milanista. Peccato manchi il gol, che nelle coppe è fondamentale. E quando nella Kakà ha accarezzato nuovamente la traversa, si è capito come non fosse serata. Il risultato a reti bianche avrebbe rispecchiato meglio quanto visto in campo. Invece è bastata la solita distrazione difensiva per accrescere il coefficiente di difficoltà nella corsa alla qualificazione al turno successivo. Nell’ultimo quarto d’ora di gara, dopo aver perso il motivatissimo De  Sciglio nei primi minutidi gioco, vittima di un colpo alla caviglia, Diego Costa prima ha abbattuto in fase di ripiegamento Balotelli, procurandogli una forte contusione alla spalla destra e costringendolo a uscire, poi ha approfittato di un rinvio sbagliato di Abate per spingere magistralmente di testa il pallone a campanile nell’angolo alla destra di Abbiati. Le rimonte non sono impossibili, basta crederci. Ma l’impresa è a dir poco difficile. Serve la partita perfetta e la difesa rossonera, prim’ancora di richiamare la capacità realizzativa della squadra, non ha dimostrato la sua compattezza. E’ bastata una semplice distrazione per uscire con le ossa rotte e mettere in salita la gara di ritorno in casa dell’Atletico Madrid. Perso il Milan, il calcio italiano uscirebbe definitivamente dalla Champions affidandosi solo alla Europa League. Non sarebbe una bella notizia, ma è probabile che si debba scriverla.

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