Juve, è andata di lusso

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Il ritorno ufficiale in Champions League della Juventus davanti al proprio pubblico, dopo tre anni di assenza, non è esattamente trionfale come i sostenitori bianconeri avrebbero sperato. Molti di quelli presenti allo Juventus Stadium, non tantissimi per la verità i fedelissimi per questa occasione speciale, avranno provato la sensazione di entrare in un cinema multisala e scegliere la pellicola sbagliata. Già, perché il film della partita non regala il copione annunciato dal rotondo successo in campionato sulla Roma, bensì una gara sofferta e rischiosa dal primo all’ultimo minuto di gioco. Lucescu, con il suo Shakntar Donetz ne combina di tutti i colori mettendo in crisi la squadra di Conte e Carrera, che nei primi 10’ deve affrontare tre arrembaggi pericolosi. In uno di questi Lichtsteiner commette un evidente fallo su un avversario davanti alla porta, meritevole di calcio di rigore, che l’arbitro non assegna. La Juve si risveglia e Matri prima e Marchisio poi non sfruttano a dovere un cross di Vucinic e un lancio lungo ben calibrato in area. Solo una parentesi perché la formazione di Lucescu passa in vantaggio al 22’ con un’azione insistita nei 16 metri bianconeri. Dopo 3’ uno schema da calcio d’angolo di Pirlo permette a Bonucci di infilare in rete il pallone del pareggio. Alla fine del primo tempo e all’inizio del secondo si registrano altre due opportunità non sfruttate dai bianconeri, ma gli ospiti vanno al tiro pericolosamente una mezza dozzina di volte. Nelle ultime due il più incisivo dello Shakhtar, il capelluto William, prima scheggia il palo esterno e poi, al 93’, coglie la traversa. Viste le circostanze, per la Juventus meglio parlare di punto guadagnato. Addurre scuse, come la stanchezza, serve a poco. Se gli altri corrono e macinano gioco, occorre essere all’altezza per mettersi quantomeno alla pari. Con il turn-over o senza.

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