Lampi azzurri in panchina

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Giaccherini-ItalyL’Under 21 di Mangia, dopo aver piegato Inghilterra e Israele nella fase finale del campionato europeo, pareggia con la Norvegia al 94’ chiudendo il testa il girone A e qualificandosi per le semifinali. In Brasile, nell’anteprima della Confederations Cup, l’Italia fulmina Haiti con un gol di Giaccherini segnato 19 secondi dopo il calcio d’inizio, un secondo più veloce di quanto lo fu Salvatore Bagni nel 1984 contro il Messico. In entrambi i casi gli autori delle reti sono giocatori di indubbio valore, Bertolacci nella U21 e il jolly juventino nella rosa di Prandelli, che tuttavia sono da considerarsi uomini di panchina. Rincalzi sì ma di sicuro impatto quando chiamati in causa. Il gol di Bertolacci rende giustizia ai giovani azzurri, che si ritrovano sotto al 90’ su calcio di rigore più che generoso. L’ex romanista gonfia la rete con una rovesciata in area che fa esplodere l’entusiasmo e libera la rabbia. E pensare che la Norvegia, per tentare il colpaccio contro la squadra di Mangia, richiama dalla nazionale maggiore ben quattro elementi. Una mossa che non è sufficiente a evitare il dominio dell’Italia che schiera tanti giocatori non impiegati nelle prime due partite. Restano in panchina a riposare il regista Verratti, Florenzi e Borini, Immobile e Gabbiadini, autore di una doppietta contro gli israeliani. In avanti ci sono Sansone, Paloschi e Destro. Confermati, insieme al portiere Bardi, i soli Donati, Caldirola e Saponara. Ma la squadra è compatta e sa quel che c’è da fare. Saponara e Sansone sono padroni delle fasce. Il portiere norvegese Otsbo si oppone a due conclusioni pericolose di Caldirola e Destro. Nel secondo tempo entra Bertolacci, all’esordio nell’Europeo, poi Florenzi e Gabbiadini che rileva Destro. Le emozioni dal ’90 in poi e il pareggio che rende giustizia.

Gli azzurri di Prandelli sbarcano in Brasile per affrontare in amichevole Haiti e contribuire a raccogliere fondi per il Paese martoriato dal terremoto. C’è aria di revival dopo il confronto del Mondiale 1974 e il gol dello haitiano Sanon che mise fine alla lunga imbattibilità (1174’) di Dino Zoff. L’Italia si ritrova in vantaggio di due reti e alla fine viene rimontata da una squadra che ci mette convinzione, cuore e velocità. In campo vanno gli uomini di cui il ct Prandelli vuole constatare la condizione. La risposta della gran voglia di fare è tutta nell’azione che porta al gol lampo. Apertura no look di Diamanti sulla fascia sinistra per Candreva che mette al centro dell’area dove irrompe Giaccherini che controlla e mette in rete. La Nazionale maggiore continua a non essere particolarmente brillante. Ad inizio di secondo tempo l’Italia soffre la velocità degli haitiani. Passano 9’ e Prandelli richiama Diamanti, Giaccherini e Gilardino per inserire De Rossi, Montolivo e Balotelli. Dal quarto d’ora, con l’ingresso di El Shaarawy al posto di Cerci, il ct prova il 4-3-3 con Candreva a destra, ma non riceve risposte del tutto confortanti. Marchetti, tornato tra i pali azzurri dopo l’eliminazione nel mondiale sudafricano, deve fare la sua parte per difendere la porta dagli attacchi di Haiti, ma alla fine capitola due volte. Un altro giocatore per l’occasione in panchina, Marchisio, firma al 27’ il raddoppio appoggiando in rete il pallone respinto dal portiere su tiro di El Shaarawy. Gran parte del merito si deve, però, a Mario Balotelli che gioca da fermo ma quando si muove fa cosa di gran classe. Suo il cross basso dalla linea di fondo dopo un paio di giochi di gambe e uno scatto secco per aggirare l’avversario. El Shaarawy va vicino al gol al 36’ toccando di petto anziché di testa su lancio in profondità che lo mette davanti alla porta haitiana. Al 38’ Astori sgambetta in area un avversario e Sorel può iscrivere il suo nome nell’albo degli eroi nazionali trasformando il calcio di rigore. Ancora meglio fa il compagno di squadra Peguero che al 46’ salta Bonucci e in diagonale batte Marchetti. Haiti, dopo la sconfitta di misura con i campioni del mondo della Spagna, impone il pareggio all’Italia e scrive una data storica. Per la Nazionale di Prandelli una prestazione stanca e svogliata nel complesso, che non rende onore alla maglia azzurra. La condizione fisica e l’approccio mentale alla vigilia della Confederations Cup non sono dei migliori. La svolta in cinque giorni?

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