L’Atalanta smarrita

797

Nel giro di due settimane l’Atalanta è passata da una prestazione epica, da annali della storia del calcio bergamasco, culminata con la sonante e più larga vittoria ai danni dell’Inter, allo smarrimento più completo in cui ha prevalso l’atteggiamento di chi sente di avere scalato i livelli, ma ha finito per accrescere anche la convinzione maldestra di poter fare un solo boccone dell’avversario di bassa classifica. La punizione è arrivata puntuale, con l’Empoli tutto cuore, corsa e coraggio che ha creduto nei propri mezzi molto più di quanto abbia fatto l’Atalanta, al punto da indurre Gasperini a dire che la sua squadra ha disputato la peggiore partita da quando è a Bergamo. Ma è stato proprio il mister a decidere, ad inizio ripresa, dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 2-1, per un assetto più equilibrato, togliendo Zapata per inserire Pasalic, la cui incisività e precisione continua a lasciare qualche dubbio, e avvicendando Toloi visibilmente acciaccato con Mancini. Ebbene, i due gol maturati tra il 33’ e il 40’ del primo tempo, ad opera di Freuler e Hateboer, sono maturati dopo la prima mezz’ora in cui l’Empoli si è visto negare il vantaggio da due strepitose parate di Berisha, prima su La Gumina e poi su Caputo. L’Atalanta, scesa in campo con i 10/11 protagonisti della vittoria sull’Inter, con la sola eccezione di Masiello, al rientro, al posto di Mancini, è passata in vantaggio al termine di una giocata fine tra Ilicic e Hateboer, il cui cross a centro area ha favorito la battuta vincente di Freuler. Poi, l’infida legge del calcio ha dato la possibilità all’Empoli di rimettere il risultato in parità, grazie a un penalty concesso per un tocco di gomito di Masiello su Caputo con decisione arbitrale validata dalla Var. Quando lo stesso Caputo ha centrato la traversa, il pallone è finito nel giro di pochi secondi nella metà campo toscana, con Zapata che si è bevuto l’avversario di turno e dalla fascia sinistra ha effettuato un cross con il contagiri per il colpo di testa vincente in tuffo di Hateboer, autore di una progressione da centometrista coast to coast. Ma, quando sembrava che la partita stesse andando in discesa, ecco arrivare la risposta dell’Empoli, che accorcia con La Gumina, pronto a sfruttare un pallone mal gestito da Djimsiti, il quale nel tentativo di liberare l’area ha finito per servire l’assist all’attaccante. Nel secondo tempo, fatta eccezione per uno slalom in area di Ilicic che non è riuscito a battere a rete da posizione favorevole, l’Atalanta non ha più inciso. Al 33’, su affondo da sinistra dell’Empoli, Masiello ha cercato di anticipare uno scatenato La Gumina ma ha buttato la palla nella propria porta per il gol del pareggio. Il finale è da dimenticare. La squadra di Gasperini, senza idee e gambe, ha lasciato l’iniziativa agli avversari. Ilicic è stato colpito dallo stesso male oscuro che ne ha provocato l’espulsione con la maglia della nazionale slovena nella Nations League. Dopo avere commesso fallo a centrocampo e subito la contestuale ammonizione, ha apostrofato platealmente l’arbitro in un faccia a faccia condito dal più classico improperio, guadagnando il rosso che gli farà saltare la partita con il Napoli. Nel primo dei tre minuti di recupero, su calcio d’angolo, Silvestre è andato su più di tutti mettendo alle spalle di Berisha il pallone del 3-2 che ha sancito la vittoria dei toscani. Il passo falso dopo un importante filotto di vittorie ricaccia l’Atalanta nel gruppo e allontana le aspirazioni di riportarsi in zona Europa League, dove era collocata alla fine del primo tempo. La squadra ha pagato, probabilmente, proprio l’ambizione che si è trascinata dietro dopo la risalita in classifica. Troppo scarica e leziosa per potersi imporre contro un avversario motivato e voglioso di riscatto. Tocca a Gasperini cercare i perché delle mancate risposte sul campo e ricordare che ai grandi successi devono seguire prove di umiltà per interpretare gli impegni nel modo giusto.

 

forbes