L’Italia s’è persa

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marchisio_nazionaleAlla vigilia di ogni fase finale del campionato del mondo l’Italia tradizionalmente non brilla. Tuttavia, non è il caso di aggrapparsi alla cabala, che in qualche caso (Argentina ’78, Spagna ’82, Usa ’94, Germania 2006) pure ha regalato belle sorprese. La Nazionale di Prandelli da troppo tempo è laboratorio, nonostante un buon numero di certezze. Prima della partenza per il Brasile si contano una sconfitta e cinque pareggi. Il sesto della serie arriva nell’amichevole con il Lussemburgo, disputata in una Perugia addobbata d’azzurro e in uno stadio gremito da 25mila sostenitori veri, dalla quale era lecito aspettarsi qualche conferma in più e meno dubbi. Carichi di lavoro a parte, il 4-1-4-1 adottato dal ct non dà i frutti sperati. Si vede De Rossi mediano basso tra i due difensori centrali Bonucci e Chiellini, con Abate e De Sciglio sulle fasce; Pirlo è affiancato da Verratti con Marchisio e Candreva esterni, mentre Balotelli è il più avanzato e lui, anche troppo frequentemente, è il solo terminale di sbocco, obiettivo di lanci lunghi. Va bene nei primi minuti e al 9’ Balotelli aggancia in area il pallone buttato con precisione in avanti da Marchisio, il quale poi raccoglie in area l’assist del compagno e di testa mette in rete. Sembra essere l’avvio di una buona serata. Invece lo smalto e il ritmo calano con il passare dei minuti. La Nazionale dovrebbe trovare la sua profondità sulle fasce, invece la palla gira troppo e Pirlo e Verratti, nonostante le rispettive capacità creative, rubano spazio a vicenda. Al 10’ del secondo tempo Prandelli cambia modulo, inserendo Cassano al posto di Verratti, passando dal 4-1-4-1 al 4-1-3-2 e restituendo a Pirlo il ruolo di playmaker davanti alla difesa e vertice basso nel rombo di centrocampo. Passa solo un minuto e Cassano libera in area Balotelli che cerca il tocco morbido e centra la traversa. Un minuto dopo SuperMario si trasforma in uomo assist e un suo cross viene raccolto di testa da Candreva che a sua volta manda il pallone sulla traversa. Dopo i lampi iniziali non accade altro e a metà ripresa Pirlo lascia il posto ad Aquilani. A poco più di 10’ dalla fine Prandelli stravolge lo schieramento: escono Candreva e Balotelli per fare posto Insigne e Cerci, e Ranocchia avvicenda Bonucci. In questo modo il ct fa le prove generale di un possibile 4-3-3 da proporre in corsa. Cerci si presenta al 37’ con un tiro a giro che il portiere lussemburghese riesce a deviare in angolo. Invece al 40’, su palla calciata dalla bandierina, il Lussemburgo trova il pareggio con un colpo di testa di Chanot, che di testa anticipa Aquilani e batte Buffon. Prandelli getta nella mischia Parolo al posto di Marchisio. L’Italia prova a scuotersi, ma a parte una grande botta di Abate respinta dal portiere, la spinta dettata dall’orgoglio non basta. Prandelli conserva l’ottimismo. Da vent’anni l’Italia non vince la partita che precede gli impegni ufficiali di Europeo e Mondiale. Ma sette uscite senza successi cominciano a essere troppe. Non si può non essere preoccupati.

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