Presentato il Report sul Calcio. Aumentano gli atleti e le partite. Gli stadi rimangono vecchi, ma non a Bergamo

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La Figc come tutti gli anni ha presentato il report del sistema calcio. Cosa significa da un punto di vista dell’impiego degli atleti, alle infrastrutture, all’esercizio economico rispetto al sistema Paese.

Dal Rapporto emergono alcuni dati molto interessanti. Innanzitutto si evince l’aumento in un solo anno di 210mila tra giocatori e giocatrici. Di fatto si è tornati ai livelli del Pre Covid. Il calcio restituisce all’Italia qualcosa come 4,5 miliardi di euro, un impatto socio-economico di primissimo livello anche rispetto alla capillarità territoriale che non riguarda solo il livello professionistico. Infine emerge la necessità di una radicale riqualificazione degli impianti sportivi.

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Qesti sono solo alcuni spunti di riflessione che emergono in questa 13.a edizione del ReportCalcio, sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia.

Da questo ennesimo studio emerge chiaramente il potenziale straordinario del mondo del calcio nel suo complesso – ha dichiarato il presidente della FIGC Gabriele Gravina –, che rappresenta il primo fattore di sviluppo in ambito sportivo e uno dei più rilevanti dal punto di vista sociale del nostro Paese. ReportCalcio è un contributo di trasparenza, ma soprattutto uno stimolo per tutti gli stakeholder per conoscere nel dettaglio punti di forza e criticità del movimento, così da studiare e mettere in pratica soluzioni condivise. L’obiettivo della Federcalcio è agevolare un processo di sviluppo integrale che parta dalle persone per aggiornare i processi, migliorando la fruibilità del calcio sotto ogni aspetto. Proprio per questo, tra i tanti, il dato da evidenziare è quello che certifica il recupero degli oltre 200 mila tesserati del Settore Giovanile e Scolastico persi durante la pandemia. Per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, risulta evidente la necessità di riportare in equilibrio il sistema, mettendo sotto controllo i costi e destinando risorse per gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture”.

I tesserati FIGC nella stagione 2021-2022 sono quasi un milione e 400 mila. L’impatto più significativo è stato registrato all’in­terno del settore giovanile, che nel 2021-2022 conta 807.807 tesserati Under 20, in aumento del 36% rispetto al 2020-2021, con i calciatori maschi tra i 5 e i 16 anni tornati oltre il 20% di incidenza sulla popolazione italiana per fascia di età (rispetto al 14,4% del 2020-2021).

In questo panorama tra il 2008 e il 2022 il mondo femminile è quasi raddoppiato, passando da 18.854 a 36.552 (con un aumento di 10.000 unità nell’ultimo anno e una crescita di circa 9.000 tesserate).

Si stima che il valore commerciale del calcio femminile italiano potrà crescere di 7,1 volte, passando dai 6,6 milioni di euro del 2021 ai 46,7 del 2033.

Tra il 2020-2021 e il 2021-2022, le partite ufficiali sono aumentate di oltre 10 volte, passando da 43.490 a 480.482, giocate all’interno dei 13.249 campi da gioco presenti in Italia.

L’attività calcistica – viene spiegato nel comunicato della Figc – costituisce un sempre più rilevante settore industriale dell’Italia; i ricavi diretti totali ammontano a 5 miliardi di euro; considerando anche l’impatto indiretto e indotto prodotto sui 12 settori merceologici coinvolti nella catena di attivazione di valore del calcio, l’impatto sul PIL italiano è stimabile in oltre 11,1 miliardi di euro, con quasi 126.000 posti di lavoro attivati, mentre la contribuzione fiscale e previdenziale del calcio di vertice (Serie A, B e C) nel 2020 ha superato gli 1,3 miliardi di euro; i 99 club di calcio professionistico incidono per il 73,1% della contribuzione del comparto sportivo italiano (50.000 società ed enti), incidenza record tra quelle registrate dal 2015. Negli ultimi 15 anni analizzati, per ogni euro «investito» dal Governo italiano nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a € 18,9, dato dal rapporto tra la contribuzione fiscale e previdenziale generata dal calcio professionistico italiano nel periodo considerato, pari ad oltre 16,8 miliardi di euro, e i contributi erogati da CONI / Sport e Salute alla FIGC nel medesimo arco di tempo, pari a 891,6 milioni.

Per quanto riguarda le strutture va sottolineato che negli ultimi 16 anni (2007-2022) in Europa sono stati realizzati 199 nuovi impianti, con un investimento pari a 22,3 miliardi di euro. Le principali nazioni in termini di nuovi stadi sono Polonia e Turchia (oltre 30 nuovi impianti), davanti alla Germania (18) e alla Russia (16). L’Italia con i 5 nuovi stadi inaugurati in questo periodo (Juventus, Udinese, Frosinone, Atalanta, Albinoleffe e Südtirol) ha intercettato solo una minima parte di questo potenziale, incidendo per appena l’1% degli investimenti totali prodotti in Europa.

L’età media di inaugurazione degli impianti passa dai 61 anni di Serie A ai 65 della Serie C e ai 67 della Serie B. Solo nel 12% degli stadi della prima serie professionistica vengono utilizzati impianti con fonti rinnovabili di energia, e appena il 7% degli impianti del calcio professionistico italiano non risulta di proprietà pubblica.

Alleghiamo il link per quanti vogliano approfondire dettagliatamente la lettura del ReportCalcio. (U.S. FIGC)