L’Italia di Conte non tradisce le aspettative dopo la bella vittoria in amichevole contro l’Olanda e porta a casa i tre punti dalla Norvegia al primo impegno ufficiale in chiave qualificazione all’Europeo 2016. Il ct azzurro, che chiedeva di giocare con orgoglio, determinazione e cattiveria, viene esaudito. La squadra è quella schierata contro i tulipani con la sola eccezione di Florenzi al posto dello squalificato Marchisio e il previsto ritorno di Buffon tra i pali dopo aver dato spazio a Sirigu. Darmian e De Sciglio rispondono alla chiamata da cursori di fascia mentre De Rossi è il punto di riferimento davanti alla difesa a tre, formata da Ranocchia, Bonucci e Astori, e Giaccherini torna a giocare da interno alla bella maniera. Confermatissima la coppia d’attacco Immobile-Zaza con quest’ultimo che sblocca il risultato al 16’ con un potente sinistro dall’interno dell’area che trova la deviazione decisiva di un difensore norvegese. Primo gol in azzurro per Zaza, che lo aveva sfiorato contro l’Olanda e in apertura di partita a Oslo. L’attaccante del Sassuolo suggella da protagonista il suo debutto in maglia azzurra. L’Italia è decisamente più votata alla profondità, ma una volta acquisito il vantaggio dalle retrovie azzurre si preferisce ragionare anche prima di effettuare il lancio lungo. La Norvegia, costretta ad alzare il baricentro del gioco per provare a mettere in difficoltà la nostra nazionale, non impensierisce Buffon che di fatto non deve intervenire. Gli azzurri costruisce due buone occasioni con Giaccherini, la prima subito dopo la mezz’ora con una forte conclusione centrale respinta con i pugni dal portiere norvegese. Immobile riprende ma si allunga troppo il pallone senza riuscire a ribadire in rete. Poi, sul finire del primo tempo, con un tiro di controbalzo che si spegne a lato. Prima parte di gara concreta piuttosto che spettacolare per gli azzurri che ad inizio di ripresa deve guardarsi dal tentativo dei padroni di casa di fare pressing e imporre la propria aggressività. La mossa tattica di Antonio Conte non si fa attendere ed è vincente. Al 16’ del secondo tempo dalla panchina Pasqual subentra a Darmian e De Sciglio va a occupare la fascia destra. Dopo appena un minuto proprio un cross pennellato da Pasqual mette Bonucci nelle condizioni di svettare in area norvegese e schiacciare di testa in modo imparabile. Il raddoppio permette agli azzurri di affrontare con maggiore tranquillità l’ultima mezz’ora di gioco. Zaza mostra qualità tecniche da veterano e si spende in aperture verso i compagni. Qualche leziosità di troppo, invece, in fase di costruzione nel reparto arretrato, con rischio di perdere palla. De Sciglio prende coraggio e al 25’ si accentra e prova la conclusione con mira leggermente alta. A un quarto d’ora dal termine Conte ordina a Poli di rilevare Florenzi, ma per un errore nella lavagna elettronica, che segna il numero di Zaza, il cambio non avviene. Alla ripresa del gioco proprio Zaza conquista palla e s’invola verso la porta norvegese e calcia colpendo la traversa. Sulla respinta De Sciglio si tuffa di testa ma il portiere riesce a intercettare. Al 35’ Zaza ci riprova entrando in area avversaria e superando il portiere con un pallonetto che il capitano norvegese Forren neutralizza respingendo il pallone prima che superi la linea bianca ed evitando la terza rete. Al 37’ tocca uscire davvero a Zaza, encomiabile e poderoso oltre che presente in tutte le azioni offensive azzurre, che lascia il posto a Mattia Destro. Anche l’altro romanista Florenzi va vicino al gol. Al 41’ Immobile, liberato in area da Giaccherini, sceglie l’assist al centro per Destro che viene intercettato dai difensori. Poi scampoli finali per Poli che subentra a Florenzi. Negli ultimi minuti Immobile è abile a difendere il pallone, ma paga dazio alla fallosità dei norvegesi uscendo in barella prima del fischio finale. E’ il 41esimo risultato utile consecutivo dell’Italia dal 2006 in partite di qualificazioni tra campionato europeo e mondiale. Era dai tempi di Meazza e Pioli, nel 1937, che l’Italia non vinceva in Norvegia. Un segnale per la storia e il futuro della nazionale di Antonio Conte.