Quando i derby erano battaglie: Gandinese-Leffe, partita d’altri tempi

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di Giambattista Gherardi

Due squadre e una sfida di vertice oggi legata al Girone B di Seconda Categoria, ma che ha il sapore di una rivalità autentica che ha animato una infinità di partite nel secolo scorso. Domenica 20 febbraio alle 14.30 a Gandino è in programma il derby fra i rossoneri dell’Asd Gandinese 2015 e il Calcio Leffe. Le due squadre occupano le posizioni di vertice della classifica, con il Leffe secondo a tre punti dalla capolista Pianico e la Gandinese al quarto posto, a un solo punto dalla Nembrese che occupa il terzo posto. Si tratta quindi di un incontro molto atteso dopo che le due squadre hanno ripreso il campionato domenica 13 febbraio entrambe con una vittoria per 2-0: il Leffe con l’Oratorio Albino, la Gandinese con il Tribulina Gavarno. Al di là di posizioni e classifica attuali, c’è da ricordare, come detto, la storia infinita delle sfide di un tempo, anche e soprattutto in campionati di categoria superiore, con confronti che all’aspetto agonistico univano per settimane, prima e dopo il confronto sul campo, grandi rivalità paesane.

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Gandinese Anni ’50

Negli anni molto è cambiato: la gloriosa U.S. Gandinese si è fusa nell’Albinogandino ormai da anni e dal 2015 un gruppo di giovani (oggi guidati dal presidente Carmelo Canali) ha dato vita a un nuovo sodalizio che ha riportato in auge i gloriosi colori rossoneri. Un poco lo stesso percorso seguito dai cugini leffesi che hanno vissuto nel 1982 la vittoria nella Coppa Italia Dilettanti e ben quattro stagione in serie C1, prima di fondersi con l’Albinese dando vita nel 1998 all’attuale Albinoleffe. Anche a Leffe c’era nostalgia dei colori di un tempo (in questo caso biancazzurri) ed ecco nel 2012 la nascita del Calcio Leffe con tanto di logo che richiama la gru (animale) dello stemma comunale.
Dicevamo delle sfide d’altri tempi e per dare un’idea di quanto il derby fosse particolarmente sentito è sufficiente riportare quanto avvenne nel 1955.

Gandinese Stadium con manto sintetico

Anche allora era febbraio (esattamente il 13) e al Comunale di via Agro di Gandino (oggi Gandinese Stadium, impianto gioiello con manto sintetico) si giocava la partita di ritorno del campionato di Promozione. All’andata i leffesi avevano vinto (e anche quest’anno hanno dominato per 4-0 all’andata) e avevano tediato per mesi la tifoseria gandinese con i classici commenti ironici al bar e nei luoghi di lavoro. Al tempo ovviamente non c’erano i social e tutto alimentava una socialità a dir poco “vivace”.
Per la partita di ritorno c’era un clima di grande attesa e a Leffe, addirittura, avevano preparato una grande cassa da morto, che ironicamente avrebbe certificato il “funerale” dei rossoneri. Non erano mancati nemmeno i manifesti listati a lutto che annunciavano la mesta fine dell’U.S. Gandinese.

Il Calcio d’inizio del derby 1955

Un’ulteriore beffa che a Gandino pensarono bene di cancellare nell’unico modo possibile: la vittoria sul campo. La partita fu avvincente, seguita da un pubblico memorabile, calcolato in almeno duemila persone. Finì 4-2 per l’Us Gandinese dopo che il Leffe era passato in vantaggio per due volte con Gentili e Peracchi, nel primo tempo e all’inizio della ripresa. Di Galbiati, Bombardieri e Viganò (due reti) i gol dei rossoneri.
Le pagine de L’Eco di Bergamo raccontarono il memorabile derby con una grande fotografia e l’articolo a tutta pagina di una firma di prestigio, allora giovane cronista: Elio Corbani.

La cronaca di Elio Corbani su L’Eco di Bergamo

La rimonta bruciante della Gandinese nel finale, finì per provocare qualche scaramuccia nel dopo partita e famoso fu l’episodio avvenuto sul pullman di linea della SAB che riportava a casa i leffesi sconfitti. L’autista (il gandinese Tita Della Torre) custodiva vicino al posto di guida un gagliardetto rossonero in bella vista e questo fu il pretesto per scatenare una brutta scazzottata. L’episodio salì, ahimè, all’onore delle cronache e fu raccontato anche in una poesia vernacola, che mise un definitivo accento sulla rivincita ottenuta dai gandinesi. Altri tempi, un altro calcio e un’altra socialità.

Tifus da Lef, a i finit
se ve la ciapì perché i pirdit
ol vost orgoi l’è dur a mör

L’è inutèl sta le a deentà macc
se i oter incö i ve fa de acc,
perché a ‘gni a ier l’è quater mis
che seghetaef a romp e fis

Se fösef bu de sta al mont,
savresef almeno che l’è rotont
perchè, com’al dis ö proérbe nostrà,
öna ölta al cor la legor
e öna ölta ‘l cor ol cà.

Envece oter si turnacc
a chi tep, ch’ia pasacc
quant per impunì öna ‘opiniù
sa sa metia a dovrà ol bastù

Nel prim pais d’Europa
ö poer om quase i lo copa
sul perché sö la coriera
l’ia tacat sö la so bandiera

Se l’è questo ol vost progrèss
che se sent parlà de spess
ö dè o l’oter i Zulù
i farà de LEF la sò naziù

Tifosi di Leffe, avete finito se ve la prendete per aver perso.
Il vostro orgoglio è duro a morire.
Inutile impazzire se gli altri oggi ve le hanno suonate,
perché sono ormai quattro mesi che continuavate a rompere le balle.

Se foste capaci di stare al mondo, sapreste che è rotondo,
perché come dice un proverbio nostrano
“una volta corre la lepre, una volta corre il cane”.

Invece voi siete tornati a quei tempi ormai passati,
quando per imporre un’opinione ci si metteva ad usare il bastone.

Nel primo paese d’Europa (tale era Leffe per reddito pro capite, ndr), un pover uomo quasi viene ucciso, solo perché sulla corriera aveva messo in mostra la sua bandiera.

Se è questo il vostro progresso, di cui si parla spesso,
un giorno o l’altro gli Zulù faranno di Leffe la propria nazione.