Fahrenheit442 evoca scenari letterari di altissimo livello. A Sarnico viene proposto come Festival di Letteratura e cultura calcistica. Dopo il grande successo dell’anno precedente, che ha avuto al culmine degli incontri Franco Baresi, quest’anno ripropone un itinerario di tre giorni intensi tutti da gustare.
Si comincia venerdì 23 giugno, alle ore 20, al Parco delle erbe danzanti di Paratico, con un tema legato al Calcio al tempo delle stories. Cronache di spogliatoio, La ragione di Stato, la fiera del calcio.
Alle 21,30 Marco Gaetani e Giuseppe Pastore ricorderanno Gianluca Vialli, l’uomo nell’arena.
Sabato 24 giugno, la giornata clou, è animata dalle grandi anime del giornalismo. Alle ore 18 in piazza Umberto I a Sarnico, si parla di Calciorama, i colori della passione con Gino Cervi, Gianni Sacco e Osvaldo Casanova. Un libro che prende spunto dai colori delle maglie per raccontare storie di vita calcistica.
Mentre alle 19 è la volta del giornalista di casa: Stefano Serpellini. È da poco uscito, infatti, il suo libro che racconta di quelll’anno in cui l’Atalanta conquistò la Coppa Italia. Era il 1963.
Alle ore 20 Leo Di Bello, Tommaso Guaita e Lino Mutti si daranno ai ricordi. Quarantacinque storia degli anni Novanta vissute in Serie A.
Alle 21,30 Massimo Cotto, Marcello Bonetto, Roberto Cravero si concedono un po’ di tifo granata Cose di calcio, cose da Toro.
Domenica 25 giugno la giornata si presenta altrettanto intensa e sempre in piazza Umberto I di Sarnico gli argomenti prendono a essere discettati dalle ore 18 con Pino Frisoli e Giuseppe Malaspina i Telecronisti dell’anima.
Alle 19 si affronta il tema di quando il calcio è davvero popolare. Con il Centro storico Lebowski e Igor Benati.
Alle 20,30 Stefano Borghi e Carlo Pizzigoni si spostano al Parco delle erbe danzanti di Paratico per il tema Locos por el futbol. Alle 21, 30 la chiusura del festival tocca ad Alan Poloni e Angel Galzerano che racconteranno la Storia dell’umanità in 100 gol.
Alan Poloni, l’ideatore del Festival, spiega com’è nato sul sito di Claudio Calzana: “Quando un paio d’anni fa ho cominciato a pensare a un festival letterario che non avesse eguali (in Italia se ne contano a centinaia, alcuni splendidi, altri convenzionali e ripetitivi; non v’è contrada, ad esempio, che non possa vantarne uno sul Giallo-Noir e sfumature varie), dal momento che puntavo a originalità e contenuti, ho pensato subito al potere di quell’oggetto, alla potenza di un fatto sociale totale come il gioco del calcio. Pur essendo libraio, nel profondo rimango un insegnante, e anche se da qualche anno ho smesso di esercitare sono sempre alla ricerca di qualcosa che educhi. Per quel festival cercavo qualcosa che contenesse dei semi, dei semi da piantare magari in un campo arido, e niente come un campo di calcio aveva quelle caratteristiche, perché chiunque li abbia frequentati, da quelli di provincia alle grandi ribalte, sa perfettamente che non si tratta di luoghi particolarmente versati alla coltivazione di libri”.
E conclude dicendo: “Da sempre relegato nei bassifondi culturali, da qualche anno il calcio conosce una fioritura di rassegne e pubblicazioni che finalmente lo raccontano in modo profondo e letterario; storici, filosofi, poeti, sociologi e antropologi spiegano come il calcio sia veicolo di identità ed espressività, serbatoio di sogni e narrazioni, scintilla di connessioni e interazioni. È per tutto questo che abbiamo dato vita a Fahrenheit 442, il primo festival interamente dedicato ai libri calcistici, quest’anno alla sua seconda edizione”. (E.P.)