Benvenuti alla festa del Faraone

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El Shaarawy non avrebbe potuto festeggiare meglio i suoi vent’anni. Non tanto perché segna e toglie momentaneamente e parzialmente dai guai mister Allegri, quanto per le tante giocate e lo spirito di sacrificio, efficace e costruttivo, che lo vedono recuperare palle in ogni punto del campo e fare da collettore della squadra rossonera. L’impressione è che senza di lui sarebbe un’altra musica e ben stonata. In casa milanista il fraseggio non è fluido e le geometrie si sovrappongono, aperture e verticalizzazioni difettano di precisione. Il Faraone conquista e porta palla, aiuta la squadra a risalire, purtroppo meno rapidamente di come accadeva qualche mese fa. Il successo di misura sul Genoa, che guasta l’esordio in panchina di Gigi del Neri, è frutto di una rara combinazione, peraltro con Abate in posizione di fuorigioco centimetrica non rilevata. Il difensore esterno destra confeziona l’assist per El Shaarawy che spinge il pallone in rete e non esulta, per rispetto al suo passato genoano. Poi cede alle lacrime, quando la partita è finita, consapevole di essere entrato nel cuore dei tifosi per quanto riesce a dare.

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