Il Forte Apache di San Siro

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tevez1Silvio Berlusconi accorre allo stadio sperando di rinverdire i fasti del passato e sognando il successo sulla Juve. Massimiliano Allegri torna dove aveva lasciato, ritrovando Inzaghi ancora in panchina ma da allenatore avversario. La squadra bianconera supera la prova del fuoco, incassando tre punti nella tana del diavolo grazie allo spunto decisivo a metà ripresa di Tevez, ancora una volta “man of the match”. Tra Milan e Juventus un momento di verifica e confronto giunto prima del previsto, alla terza di campionato. La risposta del pubblico è quella delle grandi occasioni (80mila sugli spalti di San Siro), sul campo ritmo alto, tecnica sopraffina e duelli fisici. Si combatte su ogni pallone, dal primo all’ultimo minuto. E non poteva essere diversamente. Il 3-5-2 bianconero mette in gabbia i rossoneri, costretti a stare tutti dietro nei primi 20 minuti. La Juve spinge per vie centrali con Marchisio, che agisce centralmente, e Pereyra, molto ispirato e bravo negli inserimenti. Accade, però, che quando il Milan si affaccia in area avversaria, Buffon deve opporsi a un colpo di testa di Honda, schierato nel tridente offensivo con Menez e El Shaarawy. Inzaghi continua a puntare sui falsi attaccanti per non dare punti di riferimento. Ma dalla mezz’ora in avanti entra in scesa Abbiati che nel giro di tre minuti deve opporsi a Llorente e Pereyra, per poi seguire e accompagnare con gli occhi un siluro rasoterra di Marchisio che si stampa sulla base del palo. Nel secondo tempo si ripropone il copione di inizio partita, con la squadra di Allegri che mantiene l’iniziativa e spinge alla ricerca degli spazi in attacco. Inzaghi richiama El Shaarawy, sacrificato in una partita di stampo difensivo, e inserisce Bonaventura. Nelle file juventine Pereyra perde brillantezza fisica alla distanza, Pogba non brilla come al solito e si mantiene sulla sufficienza, ma al 25’ raccoglie il pallone spalle alla porta appena dentro l’area, si gira con rapidità felina e verticalizza splendidamente per Tevez che elude il contrasto di Abate e supera Abbiati con un tocco preciso di esterno destro. Alla mezz’ora Vidal torna in campo sostituendo l’esausto Pereyra, mentre Inzaghi si affida al Nino Torres escludendo Poli. Pogba, galvanizzato dall’assist vincente, si esalta ritrovando le sue magistrali giocate. Negli ultimi minuti Lichtsteiner lascia il posto all’ex veronese Romulo. Il Milan prende rischi e si espone al possibile contropiede. Al 38’ tra i rossoneri entra Pazzini che compone l’asse offensivo con Torres. Al 41’, nel giro di una manciata di secondi, l’arbitro Rizzoli invita Pogba e Menez a rialzarsi dopo essere caduti in area avversaria. Interpretazioni corrette. La Juve non rischia, il Milan non sfonda. Il risultato premia la squadra bianconera, che il rodaggio lo ha completato da un pezzo e può permettersi di puntare sulla qualità di Marchisio come perno di centrocampo in attesa del ritorno di Pirlo. Allegri festeggia il 3 su 3. Per Inzaghi e il Milan giudizio sospeso.

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