Traguardi importanti per Francesco Totti nel 2013. Dopo aver superato Nordhal nella classifica dei marcatori di serie A nei campionati a girone unico, con 226 reti e la corsa partita all’inseguimento di Silvio Piola, ecco arrivare il ventennale dell’esordio in prima squadra: al Rigamonti di Brescia, il 28 marzo 1993, l’allora allenatore giallorosso Vujadin Boskov lo manda in campo, appena sedicenne, in sostituzione di Rizzitelli. E’ l’inizio di una carriera straordinaria, un lungo capitolo della storia del calcio a cavallo di due secoli che dura e promette di riservare nuovi successi al capitano giallorosso e ai tifosi della Magica. A 36 anni Totti conserva la grande classe che ne ha fatto un campione inossidabile, ma anche l’energia di un ragazzino. La Roma gira sempre intorno al numero dieci, che è anche una delle ultime bandiere del calcio. Totti ha dovuto attendere otto anni per fregiarsi del primo successo, lo scudetto del 2000-2001, terzo titolo della storia giallorossa. Dopo una supercoppa italiana e due edizioni della coppa Italia, Totti sfiora il secondo scudetto personale nel 2010. Ma l’apice della carriera coincide con il titolo mondiale del 2006 con l’Italia di Lippi. Nel 2007 Totti è Scarpa d’Oro e avrebbe meritato certamente di vincere il Pallone d’Oro già nel 2000. Un fuoriclasse assoluto che illumina lo spettacolo calcistico ma che è anche esempio positivo in campo e fuori, con regole di comportamento e un equilibrio che trae forza dalla famiglia. Cesare Prandelli lo vorrebbe in Nazionale perché ne riconosce il valore e il contributo positivo che potrebbe portare non solo in campo ma anche nello spogliatoio. Totti si è chiamato fuori dai giochi dopo aver contribuito a tinteggiare d’azzurro il cielo sopra Berlino. Il suo ritorno avrebbe del clamoroso ancorché meritato alla luce di quanto è in grado di esprimere. Ha molte remore, Francesco, ad accettare l’invito del ct azzurro, perché il Mondiale in Brasile nel 2014 potrebbe risultare per lui da un lato il momento di gloria definitivo, dall’altro un’esperienza da capro espiatorio se l’Italia non dovesse arrivare quantomeno sul podio. Sceglierà, come sempre, facendo leva sulla saggezza che lo guida in partita e nella vita privata e sull’umiltà che lo fa apprezzare oltre gli steccati dei colori sociali. Intanto Francesco Totti si concentra sull’obiettivo più vicino: tentare di portare la Roma in Europa.