Juventus INTERrotta dal Principe

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I campioni d’Italia cedono in casa all’Inter e perdono l’imbattibilità in campionato che durava da 49 giornate. Dall’1-0, che sembra prodromo dell’ennesimo trionfale successo bianconero, all’1-3 finale a favore dei nerazzurri, che escono dallo Juventus Stadium con tutti i meriti del caso. Decisivo l’atteggiamento tattico della squadra di Stramaccioni, schierata con il 3-4-3 opposto al 3-5-2 bianconero. I nerazzurri riescono a sovvertire risultato e pronostico, giacché la gara si apre con il gol lampo di Vidal, maturato appena 18 secondi dopo il calcio d’inizio, ma viziato dal netto fuorigioco di Asamoah, non visto dal guardalinee, prima dell’assist. L’avvio della Juventus è al fulmicotone e Pirlo imbecca due volte Marchisio in area. La prima, smarcandolo del tutto davanti a Handanovic che compie una parata straordinaria in uscita; la seconda, offrendogli un pallone sul petto che viene girato debolmente ed è preda del portiere nerazzurro.

L’Inter non si lascia intimorire e comincia ad affacciarsi nella metà campo bianconero. Al 12’ il pareggio sarebbe cosa fatta se l’altro guardalinee non ravvisasse la posizione di fuorigioco di Palacio che su palla inattiva colpisce di testa e mette alle spalle di Buffon. Interpretazione corretta perché il busto dell’attaccante dell’Inter è appena oltre la linea dei difensori. Al 20’ palla a giro di Cassano e palo sfiorato con Buffon immobile sulla linea di porta. Ci riprova anche Vidal che, dopo la parata di Handanovic, tenta di infilarlo dalla linea di fondo. C’è partita e tanto agonismo, ma i duelli sono corretti. Nei primi 12’ della ripresa c’è solo l’Inter e il segnale è eloquente. Due volte vicina al gol con Palacio e con una conclusione di Nagatomo respinta da Buffon, la squadra di Stramaccioni perviene al pareggio su calcio di rigore al 13’. Trattenuta in area di Marchisio ai danni di Milito che trasforma il tiro dagli undici metri. La Juventus, partita con la coppia d’attacco formata da Giovinco e Vucinic, poi avvicendato da Bendtner per infortunio, non punge. Nelle file dell’Inter esce Cassano ed entra Guarin, che alla mezz’ora scatta in profondità e incrocia il tiro che Buffon resspinge, irrompe Milito che raddoppia. Solo a questo punto la Juve si scuote. Al 37’ Handanovic salva su gran botta di Pirlo. Poi Gargano sbaglia l’appoggio al proprio portiere lungo la linea di fondo, si inserisce Bendtner che prova a infilare la porta vuota senza riuscirci. Al 42’ Quagliarella, subentrato a Giovinco, sfiora il palo. Al 44’ il sigillo interista su azione di contropiede condotta da Nagatomo che entra in area, torna sui suoi passi e serve Palacio che, smarcato all’altezza del dischetto del rigore, batte per la terza volta Buffon. La differenza è innanzitutto nella capacità realizzativa: devastante quella dell’Inter che sfrutta al meglio le occasioni, insufficiente quella juventina. Peraltro il blocco difensivo bianconero è quello della nostra nazionale, ma il contropiede nerazzurro si rivela micidiale contro tutti. Coraggioso e vincente Stramaccioni, troppo attendista la panchina della Juventus con Alessio in campo e Antonio Conte lassù in alto a non accorgersi che la manovra non avrebbe avuto sbocchi senza inserimenti. Tardivo l’ingresso di Quagliarella, forse sarebbe servito Giaccherini. Ma intanto l’Inter riporta la Juve sulla terra e riapre la corsa scudetto riducendo il distacco a un solo punto.

forbes

Nell’altro anticipo di giornata rinasce il Milan che fa poverissimo a San Siro contro il Chievo. Vanno a segno un po’ tutti: da Emanuelson, finalmente continuo e positivo, a Bojan, che cresce di partita in partita, a Riccardo Montolivo, che prende in mano la squadra e la trascina con la grande visione di gioco di cui è capace. A questi tre, che firmano le reti nel primo tempo con l’aggiunta del momentaneo pareggio di Pellissier, fanno seguito i successi personali di El Shaarawy, che segna l’ottavo gol consecutivo e mantiene il comando della classifica marcatori (l’interista Milito è salito a quota 7), e Pazzini. Insomma, in casa Milan si comincia a stare Allegri.