Serie A formula quattro

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Un finale di campionato a suon di quattro. Come i gol con cui Juventus e Milan liquidano in campo esterno rispettivamente Novara e Siena, come il numero delle squadre concentrate a quota 55 e in lotta per il terzo posto che vale la qualificazione alla Champions League. I bianconeri di Antonio Conte, tuttora imbattuti, ottengono l’ottava vittoria consecutiva e conservano tre lunghezze di vantaggio sul Milan a tre giornate dal termine. A Novara se non è una gara di tiro a segno, poco ci manca. Il dominio territoriale della Juve non permette praticamente alla formazione piemontese di affacciarsi dalle parti di Buffon. Vucinic e compagni lo fanno spesso verso la porta di Fontana, autore di una serie di salvataggi che tuttavia non impediscono la goleada. L’attaccante montenegrino apre le danze con una girata quasi no look, su punizione rasoterra di Pirlo, che non lascia possibilità d’intervento all’estremo difensore. Borriello riprende il vizio del gol e con un colpo di testa firma il raddoppio. La Juve arrotonda con due ribattute in rete su corte respinte di Fontana, prima con Vidal e poi con Vucinic, che firma la sua doppietta personale. E Pirlo condisce il tutto con un palo su calcio di punizione. A Siena la notizia del giorno è il ritorno al gol di Antonio Cassano, che dopo aver ripreso confidenza con il terreno di gioco e messa alle spalle la lunga convalescenza, apre la serie di marcature del Milan con una delle sue giocate. Ibrahimovic piazza il pallone del raddoppio. La formazione toscana ha un sussulto accorciando con Bogdani che riprende una respinta di Abbiati. A ridare tranquillità ai rossoneri ci pensano Nocerino, che taglia il formidabile traguardo delle dieci reti in campionato, e ancora Ibrahimovic.

Il Napoli, uscito con un pareggio dal match dell’Olimpico con la Roma, e l’Inter che supera il Cesena in rimonta, speravano che l’Udinese facesse risultato pieno con la Lazio per rimettere tutto in discussione in tema di qualificazione in Europa. Così è, con la squadra di Guidolin che lavora ai fianchi i biancocelesti di Reja, riuscendo a sbloccare il risultato a metà del secondo tempo con l’ennesima magia di Totò Di Natale che si coordina davanti alla porta di Marchetti e con un destro al volo mette in rete imparabilmente. Nel finale la Lazio prova ad attaccare, senza riuscire a impensierire Handanovic. Al termine dei quattro minuti di recupero accade l’inverosimile, con l’Udinese che parte in contropiede mentre i giocatori laziali odono un triplice fischio, probabilmente originato in tribuna, ma talmente netto da indurli a fermarsi ritenendo la partita finita. Pereira prosegue e calcia verso la porta lasciata vuota da Marchetti che si siede a terra. E’ il gol del raddoppio friulano che scatena la rabbia laziale, con risse davanti alla panchina dell’Udinese e tesserati che calano dalla tribuna per prendere parte alle accese discussioni. L’arbitro Bergonzi espelle il laziale Dias, ammonisce Scaloni e prende una spinta dal portiere Marchetti. La Lazio non digerisce la beffa, ma rischia penalità ancora più pesanti nel finale di campionato. Si forma così il gruppone di quattro squadre in corsa per puntare a un posto in Champions. L’Inter vede i fantasmi allorquando il cesenate Ceccarelli, al 14’ del secondo tempo, mette alle spalle di Julio Cesar. Sembra che la striscia positiva di Stramaccioni stia per interrompersi, ma dopo due minuti la formazione nerazzurra pareggia con un tiro di Obi deviato da Von Bergen. Al 27’ Zarate firma il gol vittoria e completa la risalita dell’Inter in classifica.

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Con la vittoria sulla Fiorentina allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, grazie ai gol di Denis e Bonaventura, l’Atalanta mette il sigillo a una stagione strepitosa, durante la quale, a tre gare dal termine, stabilisce il record virtuale di punti conquistati in campionato: 52. In classifica la squadra nerazzurra è decima a quota 46. I viola, che sbagliano un rigore calciato da Jovetic e parato da Consigli, conservano un margine di sei punti sul Lecce, ma non possono dirsi ancora al sicuro. Alla sconfitta del Genoa a Bologna fa riscontro l’autolesionismo del Lecce, che lascia strada libera al Parma, pronto a colpire con la formica atomica Giovinco su calcio di punizione e raddoppiare con Paletta. Tardiva la reazione dei salentini che accorciano con Tomovic e non vanno oltre, compromettendo il grande recupero sotto la guida di Cosmi. Il Lecce resta a un punto dal Genoa, che con De Canio in panchina non riesce a fare risultato. La presenza di Cesare Prandelli nella tribuna di Bologna dà la carica a Diamanti, osservato speciale dal ct. Dal suo piede parte il cross su calcio di punizione che Portanova di testa trasforma in gol, mentre Ramirez raddoppia nel primo tempo. Palacio accorcia al quarto d’ora della ripresa, ma Diamanti confeziona l’assist per Garics che riporta i felsinei a +2. Inutile il gol di Jorquera che serve solo ad accrescere il rammarico del Genoa. Gara senza reti, già da fine stagione, tra Cagliari e Chievo.

Risultati 35a giornata: Cagliari-Chievo 0-0 Palermo-Catania 1-1 Roma-Napoli 2-2 Bologna-Genoa 3-2 Atalanta-Fiorentina 2-0 Inter-Cesena 2-1 Lecce-Parma 1-2 Novara-Juventus 0-4 Siena-Milan 1-4 Udinese-Lazio

Classifica: Juventus 77 Milan 74 Napoli Lazio Inter 55 Udinese 52 Roma 51 Catania Parma 47 Atalanta 46 Bologna 45 Chievo 44 Siena 43 Palermo Cagliari 42 Fiorentina 41 Genoa 36 Lecce 35 Novara 28 Cesena 22