Toni alti e urlo Apache

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toniLa fatal Verona colpisce è sempre e inesorabilmente nel destino del Milan, che al Bentegodi ha perso ben due scudetti. Il primo atto del campionato 2013-2014 regala un prestigioso successo alla squadra di Mandorlini, che festeggia così nel modo migliore il ritorno negli scaligeri in serie A dopo undici stagioni, a quasi trent’anni di distanza dallo storico scudetto dei gialloblu di mister Bagnoli. I rossoneri di Allegri giocano bene solo il primo quarto d’ora, passando in vantaggio con Poli su assist in area di Balotelli, per poi subire l’uno-due di Luca Toni, che mette la testa sia nell’azione del pareggio alla mezz’ora di gioco, sia in occasione del gol decisivo all’8’ della ripresa che consente il sorpasso. Il Verona si dimostra compatto, veloce, combattivo, tatticamente ordinato e capace di sfruttare al meglio le caratteristiche di Toni, che sembra quello della stagione conclusa con il titolo di campione del mondo 2006. Viceversa il Milan esprime il suo potenziale fino al momento del vantaggio, poi si smarrisce di fronte alla vitalità dei veronesi che interpretano al meglio il 4-3-3. Evanescente invece il tridente rossonero formato d Niang, Balotelli e El Shaarawy. Se ne accorge Allegri che dopo due terzi di gara e dieci minuti dopo aver subito il 2-1 affianca a SuperMario Emanuelson e Petagna, e dopo la mezz’ora inserisce pure Robinho, ma senza risultati concreti. Eccellente il portiere scaligero Rafael che si oppone alla grande alle conclusioni avversarie. Giallo in tutti i sensi nel primo minuto di recupere, quando Balotelli cade in area veronese e l’arbitro, dopo aver sorvolato, lo ammonisce per proteste. I tifosi, che applaudono SuperMario fin dalla fase di riscaldamento in risposta alle polemiche della vigilia seguite alle dichiarazioni del sindaco di Verona sui presunti atteggiamenti provocatori dell’attaccante, al fischio finale abbandonano il fairplay, tale o presunto, e ingaggiano ben altro tipo di duello con gli avversari sugli spalti, rovinando così la festa.

E’ destino che nei due anticipi della prima giornata di serie A la vittoria arridi a chi indossa i colori gialloblu. Così si presenta in campo il Verona, così la Juventus, che indossa la seconda maglia per affrontare allo stadio Marassi la Sampdoria. Vincono i campioni d’Italia con un gol di Tevez, che al 12’ del secondo tempo chiude una triangolazione avviata da Vidal e proseguita da Pogba. Antonio Conte schiera la stessa formazione messa in campo nel match dell’Olimpico contro la Lazio valso la conquista della Supercoppa Italiana. Il confronto di Marassi si rivela impegnativo come lo aveva pronosticato il tecnico juventino. C’è il portiere doriano Da Costa a dire no alle conclusione di Pirlo, Asamoah e Tevez, c’è un vitalissimo Gabbiadini pronto a mettere in difficoltà Chiellini nel primo tempo. La gara si sblocca e si decide al 12’ della ripresa con due tocchi rasoterra tra Vidal e Pogba, uomini cardine del centrocampo bianconero, e l’urlo dell’Apache, che timbra con il gol il suo esordio nel campionato italiano. La Sampdoria ha il merito di tenere aperto il risultato fino all’ultimo, ma la Juventus dimostra tutta la sua forza e determinazione, sostenuta non solo dalla qualità superiore dell’organico ma anche e soprattutto dal dettato tattico di Conte. Tevez si è subito integrato nel sistema di gioco bianconero e promette di far bene, oltre che con Vucinic, anche con Llorente, suo sostituto negli ultimi minuti. La Juve dà l’impressione di ritrovarsi a memoria e aver raggiunto un livello di efficacia nel possesso palla e nella fase di impostazione. Gli elogi vanno divisi fra tutti i calciatori juventini, con un punto di merito particolare per il giovane francese Pogba, sostituto dell’infortunato Marchisio ma da considerarsi titolare a tutti gli effetti.

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