L’amore può fare impazzire. Quello per la squadra del cuore pure. La provocazione lanciata da Antonello Venditti, il quale vorrebbe rimosso l’inno ufficiale della Roma che da trent’anni accompagna le uscite della squadra giallorossa all’Olimpico, è stata accolta come un’offesa dai tifosi che hanno risposto malamente affiggendo striscioni offensivi sotto la casa del cantautore a Trastevere. Tutto è nato da un’intervista rilasciata da Venditti a Radio Centro Suono Sport, emittente capitolina, in cui manifestava la propria delusione per la Roma versione americana proponendo di cancellare l’inno che non si identificherebbe con la cultura sportiva romanista.
«L’inno è nei nostri cuori e non esiste solo allo Stadio – ha dichiarato Venditti, in merito a voci sull’intenzione della dirigenza di proporre un nuovo brano ufficiale – Se la Roma non vorrà utilizzare più le mie canzoni, allora resteranno nel cuore delle persone». Gli inni storici sono due: «Roma Roma», che viene cantato prima dei match dei giallorossi, e «Grazie Roma», scritto per celebrare lo scudetto del 1983 e riproposto al Circo Massimo dopo la conquista del terzo campionato nel 2001.
La reazione dei tifosi ha scosso il cantautore che sul suo profilo facebook ha precisato come si trattasse di«una forte provocazione per spronare il presidente e i dirigenti a riportare la Roma alla nostra cultura, rendendola più simile nei contenuti e nei risultati alla nostra grande storia di tifo calcistico, di sportività e di amore. Sempre orgoglioso di essere con voi, uno di voi… Per sempre! – aggiunge Venditti – Gli Inni sono nel cuore e non appartengono più all’autore, ma ad ognuno di noi. Forza Roma».
Un grande tifoso come Giulio Andreotti soleva dire che la Roma è una fede. Forse è per questo che Venditti, capace di infondere nei versi e nella musica dei suoi inni una straordinaria partecipazione emotiva, ha lanciato un messaggio al pepe verde al presidente giallorosso James Pallotta, accusandolo di aver preferito presentarsi all’udienza di Papa Francesco con la maglia dei Boston Celtics. Sta di fatto che la mancanza dei risultati lungamenti attesi e l’avvento della dirigenza Usa non hanno aiutato a compattare l’ambiente. La grande delusione patita nella finale di Coppa Italia, con la sconfitta ad opera dei cugini laziali, che ha lasciato la squadra fuori dell’Europa, non è stata smaltita. Rinnovare l’entusiasmo non sarà facile e, a parte le parole e le promesse, conteranno solo i risultati.