Wimbledon, Murray no limits!

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andy-murray_2607472bAnche per gli uomini sono stati definiti i 4 “cavalieri” che si contenderanno il titolo 2013. Se nella parte alta del tabellone, non ci sono state grosse sorprese con l’arrivo al penultimo atto dell’accoppiata Djokovic-DelPotro, nella parte bassa ha dovuto sudare freddo l’eroe di casa (e con lui i 13mila del Campo Centrale), costretto all’impresa contro un ottimo Fernando Verdasco. Sorprende soprattutto il nome del prossimo avversario, che non sarà Federer o Nadal, come tutti si aspettavano bensì il polacco Janowicz, giovane di talento e sicuro avvenire, ma certo inaspettato a questo punto del torneo. Quarti di finale, che hanno regalato davvero poco sul piano dell’equilibrio con la magnifica eccezione dell’ultima partita disputata. Gli organizzatori optano per una scelta quantomeno originale, relegando il match più “nobile” sul Campo numero 1 e lasciando alla sfida DelPotro-Ferrer il palcoscenico del Centrale. Partita che vive un sussulto dopo appena 180 secondi, quando sul 15-40 servizio Ferrer, il potente argentino scivola nel tentativo di recuperare una palla, iperestendendo il ginocchio già malconcio. Le premesse per l’ennesimo ritiro ci sarebbero tutte, ma Juan Martin da vero gladiatore, si sottopone alle cure del fisioterapista e rientra in campo più agguerrito che mai, spazzando via la resistenza dello spagnolo in poco più di 2 ore (6/2 6/4 7/6). Praticamente in contemporanea, Nole archivia la pratica Berdych, ancora una volta scioltosi davanti alla occasione per dimostrarsi un campione vero. Basta un minuto in meno al campione serbo (2ore e 15 minuti), per aggiudicarsi il match (7/6 6/4 6/3) e centrare la quinta semifinale a Wimbledon. Nel derby polacco delle sorprese, esce (da pronostico) con le braccia alzate, il talento di Jerzy Janowicz, mirabolante nei turni di servizio con la bellezza di 30 aces in 16 turni di servizio ed il 90% di punti ottenuti con la prima di servizio in campo. 7/5 6/4 6/4 il finale e prima semifinale in carriera per un giocatore che se mantiene queste premesse, non resterà sicuramente una meravigliosa meteora.

Il quadro si completa con la partita inaspettatamente più bella ed equilibrata: Verdasco ritrova il carattere e la qualità di gioco che lo avevano portato ad un passo dall’estromettere il super-Nadal versione 2009 a Melbourne (4/6 al quinto set in semifinale). Il mancino spagnolo ha usufruito di una nuova racchetta che nel corso del torneo si è rivelata nuova “arma” assai potente nell’esaltare i graffi e le accelerazioni del talento di Madrid. Primi 2 set senza storia (6/4 6/3), con lo scozzese costretto in trincea a resistere ad un autentico bombardamento, il terzo set è il cuscinetto che Andy riesce a crearsi volando subito in vantaggio di un break per poi chiudere comodamente 6/1. La svolta vera e propria avviene nel quarto set, quando Fernando ha 3 occasioni per procurarsi il break decisivo, ma non le sfrutta e si trova a cedere 4/6, rimettendo tutto in gioco nell’ultimo parziale.

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Botta e risposta, servizi tenuti senza difficoltà ma condizione fisica di Murray che sembra notevolmente migliore. Non a caso alla prima palla break (sul 5/5), spinto dall’entusiasmo dei tifosi estasiati, lo scozzese affonda la stoccata definitiva chiudendo 7/5. La finale dei sogni (Djokovic-Murray) sembra già “apparecchiata”, ma attenzione alla edizione delle sorprese!

(commento di Luca Polesinanti)