di Giambattista Gherardi
Siamo entrati nel mese di marzo e il campionato di Serie A sta per vivere la sua fase decisiva, con il corollario (non certo banale) delle partite della Nazionale di Roberto Mancini che il 24 marzo con la Macedonia del Nord a Palermo (ed eventualmente il 29 in Portogallo o Turchia) si giocherà l’accesso ai mondiali del prossimo novembre in Qatar.
Le ultime giornate hanno confermato il forte “mal di testa” delle battistrada Milan, Napoli e Inter che nelle ultime cinque partite hanno visibilmente rallentato: su quindici incontri solo sei vittorie, la metà delle quali conquistate dal Napoli di Spalletti. Il calo (o addirittura il crollo) delle milanesi è il dato più eclatante, in un certo qual modo confermato anche dal derby a reti bianche di Coppa Italia, con anemia in attacco (Lautaro non timbra il cartellino da mesi) e condizione fisica non certo esaltante. C’è chi ricorda i cali fisiologici che in passato hanno riguardato spesso le formazioni di Stefano Pioli e Simone Inzaghi: si pensi al Milan “campione d’inverno” poi solo all’ultimo in zona Champions lo scorso anno, oppure alla Lazio tesa a contendere lo scudetto alla Juve due anni fa e poi letteralmente crollata nella volata post lockdown.
Le due squadre non avranno probabilmente l’ingombro delle Coppe sino alla sfida di ritorno di Coppa Italia del 20 aprile (difficile ipotizzare un miracolo neroazzurro nel ritorno Champions contro il Liverpool), ma da tale incombenza è del tutto libero il Napoli, fuori dalla Coppa Italia per mano della Fiorentina e dall’Europa League per mano del Barcellona.
La squadra di Spalletti ha sì rallentato a Cagliari (la squadra di Mazzarri ha davvero svoltato, vincendo poi anche a Torino con i granata), ma si è imposta con tecnica e carattere all’Olimpico con la Lazio dell’ex Sarri. I partenopei sembrano aver scippato all’Inter il ruolo di favoriti, anche se va tenuto conto del fatto che i milanesi vincendo il recupero Covid a Bologna tornerebbero in vetta, seppur con un solo punto di vantaggio. Lo scontro diretto Napoli-Milan in programma domenica sera al Maradona potrà dire molto.
Il tema del “recupero in canna” coinvolge anche l’Atalanta di Gasperini, che vincendo contro il Torino si troverebbe davanti alla Juventus di Allegri: parità di punti, ma scontri diretti in favore dei bergamaschi, davvero scintillanti contro la Samp. Qualche osservatore ha azzardato un’ipotesi di rientro dei bianconeri nella lotta scudetto, ma è cosa assai improbabile, considerando che si dovrebbero rimontare ben tre squadre oggi davanti e che la Juventus potrebbe aspirare a raggiungere al massimo gli 83 punti, una quota “tricolore” probabilmente insufficiente. E considerando che l’Atalanta potrebbe a oggi godere delle stesse identiche ipotesi.
Nel calcio, come nel ciclismo, a decidere la volata potrebbe essere l’aspetto fisico, e in questo senso l’Atalanta mostra buona gamba (e dati storici d’eccellenza per le partite di ritorno), probabilmente più di tutti. La spada di Damocle è quella degli infortuni: la Juve ha perso il “salva-centrocampo” Zakaria per oltre un mese e analoga sorte potrebbe toccare a Romagnoli del Milan, fermatosi nel derby. L’Atalanta vede la luce in fondo al tunnel per l’attacco (rientro con gol di Miranchuk e Muriel in rampa di lancio per Roma), ma non più tardi di lunedì sera ha dovuto fare i conti con lo stop di Malinovskyi e la squalifica di Toloi. Insomma, gli scenari sono tutt’altro che chiari e a oggi solo un organico sicuramente all’altezza sembra conferire al Napoli un minimo di favori.
Per i posti in Europa molto potrà dire la sfida fra Roma e Atalanta: dovessero prevalere i neroazzurri, resterebbe solo un posto in Conference League da assegnare a una romana o alla Fiorentina, che ha anche l’opzione Europa League se dovesse vincere (cosa non impossibile) la Coppa Italia. Attenti anche al Verona di Tudor che domenica farà visita proprio alla Viola e potrebbe addirittura superarla (pur con una partita in più). In coda continua la brillante risalita del Cagliari (due vittorie e tre pareggi nelle ultime cinque partite) che tiene sotto tiro Spezia, Sampdoria e Udinese (un punto sopra) e si è messo alle spalle il Venezia di Zanetti. I lagunari pur mostrando idee e buon gioco rischiano di scivolare verso il basso come accadde lo scorso anno al Benevento di Pippo Inzaghi. Poche le residue chance di Genoa e Salernitana: a meno di incredibili filotti (per i campani ci sono anche due recuperi con Venezia e Udinese, rivali dirette) il loro destino appare segnato. I granata venerdì affrontano l’Inter, il Genoa ha con l’Empoli domenica “un’ultima spiaggia” di speranza. Ma francamente la salvezza per il Grifone americano appare una chimera.