In Champions League approdano le squadre migliori dei rispettivi campionati. Fino a due stagioni fa l’Italia poteva concorrere con tre squadre ammesse di diritto ai gironi eliminatori e una al turno preliminare. In totale quattro. Numero ridottosi a tre per effetto della classifica per nazioni che tiene conto dei risultati ottenuti nelle coppe europee, piuttosto scadenti per le nostre compagini. Alle spalle della squadra campione d’Italia, la Juventus che ci riprova per la terza volta, e della Roma, sua avversaria diretta e giunta seconda, si è piazzato il Napoli. La formazione partenopea è rimasta praticamente la stessa della passata stagione con il solo innesto di Koulibaly, pallino di Rafa Benitez, e Rafael tra i pali, uno che a poco più di vent’anni ha vinto la Coppa Libertadores. Nel rinnovato stadio San Mames di Bilbao serviva l’impresa contro l’Athletic, notoriamente composta da soli giocatori baschi, gente da anima, tecnica e corsa, finiti alle spalle di Atletico Madrid, Barcellona e Real Madrid. I partenopei, tanto spreconi all’andata conclusa sul risultato tenaglia di 1-1, avrebbero dovuto giocare la partita perfetta, vale a dire controllare gli avversari e colpire al momento giusto. Dopo un primo tempo piuttosto sofferto, con pericoli corsi sempre e solo su palle inattive, il Napoli ha trovato lo spunto vincente con Hamsik che ad inizio ripresa ha infilato il pallone nell’angolino alla sinistra del portiere basco. Pareva fatta. Invece la squadra di Benitez ha scoperto di avere tanto un top player di valore indiscutibile come Higuain, quanto una difesa inguardabile e in certi momenti ridicola. Tre errori incredibili, di quelli che al più sono concessi sui campi di terza categoria, e la frittata è servita. Maggio e Britos si ammaccano l’uno sull’altro in un blocco della serie scapoli contro ammogliati, e il pareggio è servito. Una palla buttata in avanti alla “viva il parroco” su cui Albiol arranca inseguendola mentre Rafael esce allegramente dai pali. Aritz Aduriz implacabile anticipa tutti e deposita il pallone nella porta sguarnita. Lo stesso Aduriz, in posizione regolare, irrompe poco dopo su un pallone lanciato in avanti e lasciato scorrere da un altro giocatore che, se fosse intervenuto, sarebbe risultato in fuorigioco. Maggio abbocca e si ferma aspettando il fischio dell’arbitro che, giustamente, non arriva. E sono tre. Una figuraccia incredibile per il calcio italiano rappresentato da una squadra irriconoscibile nell’area di Bilbao che festeggia il ritorno in Champions League dopo 16 anni. Il presidente partenopeo De Laurentiis si è fidato dello status quo, rimandando a dopo la sperata qualificazione gli investimenti per rafforzare la rosa. Lo stellone italico stavolta non ha inciso e Rafa Benitez difende la sua linea dopo aver messo le mani avanti e detto che l’eventuale eliminazione non sarebbe stata una tragedia. Ma in campo a Bilbao si sono visti fantasmi. Callejon e Maertens sugli esterni sono l’ombra di se stessi, Gargano e Jorginho possono essere al massimo interditori ma non usano la riga e il compasso. Hamsik è passato dalla gioia del gol alla delusione per la sostituzione. Insigne non salta più l’uomo. Sulla difesa stendiamo un velo pietoso. Il solo Koulibaly si batte come un leone e fa quel che può in un reparto disunito. Prendi la stagione 2013-2014 e buttala via. Purtroppo con il Napoli retrocesso in Europa League fa passo indietro anche l’Italia.
Restano Juventus e Roma. Il sorteggio della fase a gironi assegna ai bianconeri l’Atletico Madrid, l’Olympiacos e il Malmoe. Un impegno abbordabile e, sulla carta, duello con la squadra di Simeone per la leadership. Più dura per la Roma che si ritrova ad affrontare Bayern Monaco, Manchester City e Cska Mosca. Sfide impegnative fuori casa. Ma Garcia è un allenatore che si esalta di fronte agli ostacoli. Si tratterà di capire quanto la squadra giallorossa, nella passata stagione protagonista in campionato ma senza impegni europei, riuscirà a reggere il ritmo. Anche Garcia ha bisogno di sistemare il reparto difensivo e trasmettere a Totti e compagni la carica e la concentrazione necessarie per andare avanti.