Claudia Cretti, un passo decisivo verso Los Angeles 2028

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di Valentina Vercillo
Dietro ogni impresa c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa e l’ha portata avanti con perseveranza. E la partecipazione al Mondiale pista di Parigi per la Nazionale di ciclismo paralimpico rappresenta proprio questo: la scelta di fare un primo passo di carattere verso un obiettivo a lungo termine, con la consapevolezza che pazienza, costanza e lavoro creano una imbattibile combinazione per il successo.

Dopo 2 anni di assenza dalla pista iridata e una preparazione limitata, gli azzurri del paraciclismo hanno affrontato un palcoscenico di altissimo livello riuscendo a difendersi e raccogliendo anche qualche soddisfazione.

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Le numerose top ten, i quarti e quinti posti di Claudia Cretti e Michele Pittacolo, i personal bests di tutti gli atleti in netto miglioramento possono sembrare poca cosa rispetto a quanto ci ha abituato la Nazionale paraciclismo, che su strada domina da anni il panorama internazionale collezionando medaglie e risultati impareggiabili. Ma solo coloro che hanno il coraggio di affrontare anche insuccessi possono ottenere grandi successi. Ed è da qui che parte il cammino verso le Paralimpiadi di Parigi e soprattutto Los Angeles 2028, alla quale gli azzurri vogliono arrivare con una rosa completa e competitiva ai massimi livelli anche su pista.

A Saint-Quentin-en-Yvelines la Nazionale guidata dal Responsabile del Settore Pista Paralimpica Silvano Perusini (assieme ai collaboratori Pierpaolo Addesi e Francesco Parmegiani) ha maturato una magnifica esperienza, mettendo in campo prima di tutto professionalità, umiltà ed entusiasmo. Ingredienti fondamentali per proseguire un cammino tanto importante quanto complesso. Ma a fare da spalla al gruppo paralimpico ci sarà sempre la Federazione Ciclistica: “Quello a cui stiamo assistendo è un progetto di cui voi, tutti insieme, siete i principali artefici. Ma non sarete mai soli” le parole del presidente Cordiano Dagnoni agli azzurri durante la trasferta francese. E ancora: “Da parte della FCI c’è il massimo impegno per mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari affinché voi possiate allenarvi e crescere, attingendo anche a quella che è l’attività della Nazionale di Marco Villa. Il nostro appoggio non mancherà mai e non posso fare altro che ringraziarvi per l’impegno che state dimostrando di metterci. C’è stato poco tempo per allenarsi ma, nonostante ciò, i primi risultati iniziano a vedersi ed è un segnale lusinghiero che ci dà modo di crederci e di andare avanti”.

I piazzamenti di Parigi parlano chiaro. Il primo elemento che si nota è il numero di azzurri partecipanti: 9 (con una defezione per motivi di salute) gli azzurri convocati quest’anno, numero ben più alto rispetto ai 3 della trasferta di Rio de Janeiro nel 2018 ed i 6 di Milton nel 2020. Segnale che racconta prima di tutto l’impegno con il quale il gruppo sta rispondendo all’investimento che Federciclismo e CIP hanno scelto di mettere in campo in vista dei prossimi impegni olimpici. E ancora: 25 top ten complessive, le belle performance di Claudia Cretti (C5), quinta nello Scratch e nell’Omnium, quarta nei 200 metri, una potenza che va solo limata per poter essere espressa al meglio; la costanza di Eleonora Mele (C5), che mette sempre il 110% in ogni competizione e non si accontenta mai, pur migliorando di volta in volta.

Ma non solo: nella crescita a cui abbiamo assistito a Parigi un prezioso contributo è stato dato dalle guide del tandem con la giovanissima e promettente Giorgia Bonetti e l’esperto Paolo Simion, che ha messo a disposizione di tutto il gruppo le sue conoscenze tecniche immagazzinate grazie alla sua precedente esperienza nella Nazionale di Villa; dalla freschezza di new entry come Ilaria Brugnoli e Maurizio Romeo (WB e MB), che hanno dimostrato di avere grandi margini di miglioramento e un entusiasmo contagioso, finendo ben 4 volte tra i migliori 10; dall’esperienza di Andrea Tarlao, Giancarlo Masini e Michele Pittacolo, che della maglia azzurra conoscono bene onori e oneri e continuano a sostenere il gruppo.

Ma indispensabile è stato anche l’apporto di uno staff (meccanico, sanitario e tecnico) che non si è mai tirato indietro, contribuendo in ogni momento di gara a una trasferta che non può che lasciare sensazioni positive. Rinnovare e allargare la rosa con l’introduzione di nuove leve è il passo successivo, con l’obiettivo di rendere l’Italia veramente competitiva e in tutte le categorie. E con la consapevolezza che l’Inno di Mameli tornerà a risuonare anche tra le mura di un Velodromo, e molto presto.