Avremmo voluto ricordare il 96esimo Giro d’Italia per l’immancabile entusiasmo popolare che accompagna la carovana rosa lungo le strade, il clima invernale che costringe gli organizzatori a serpentine alternative quando non addirittura ad annullare una tappa. La neve fa la sua copiosa comparsa proprio quando iniziano le asperità e cancellano lo spettacolo più bello. Quello che non avremmo voluto vedere e sentire è quanto di più stupido un ciclista possa fare, ovvero ricorrere al doping. Soprattutto quando è recidivo. Ebbene, nel giorno di sosta forzata del giro, arriva la notizia che Danilo Di Luca e’ stato risultato positivo all’Epo a un test a sorpresa effettuato il 29 aprile. Il ciclista abruzzese, che aveva scontatto 15 mesi di stop dopo la vittoria alla corsa rosa nel 2007 per la frequentazione con il medico Carlo Santuccione, era gia’ risultato positivo al Cera sempre durante il Giro del 2009 e squalificato due anni. Ora, in quanto recidivo, Di Luca rischia la radiazione. Ma questo, se permettete, è un’appendice formale perché il danno fatto a se stesso e all’immagine del ciclismo italiano è ancora una volta grave. Attenzione, però, a non fare di tutta l’erba un fascio. Sarebbe sbagliatissimo e ingiusto. Perfino Lance Armstrong, uno che ha fatto scuola, si è precipitato a bollare Di Luca con l’appellativo di stupido lanciato via twitter. Noi aggiungiamo: assurdo, pazzesco, incomprensibile. Ildo Serantoni, firma del giornalismo sportivo bergamasco, espressione di una terra di campioni assoluti del pedale, ha commentato parlando di voltastomaco, Pienamente condivisibile. Falso come una banconota da 1 euro, si era concesso al taccuino e alla penna di Paolo Condò de La Gazzetta dello Sport spingendosi a sognare la conquista del mondiale di Firenze e garantendo che tutto il male fosse alle spalle. Su questo ha ragione. Si è fatto ancora del male, ma non in questi giorni, ma il mese scorso: il 29 aprile 2013.