Il successo non è ancora arrivato, ma appare sempre più vicino per Florian Kajamini.
L’atleta del Team Colpack-Ballan-CSB ha colto l’ennesimo podio della stagione chiudendo al terzo posto la Ruota d’Oro andata in scena a Terranuova Bracciolini.
Il portacolori della squadra di Almè è stato lesto a inserirsi nella fuga decisiva di sei corridori che ha deciso la competizione, 170 chilometri e oltre 2000 metri di dislivello.
A imporsi in questo caso è stato belga Gil Gelders (Soudal Quick Step) che in uno sprint ristretto ha avuto la meglio sul venezuelano Francisco Penuela (Israel Premier Tech Academy) e sullo stesso Kajamini, unico italiano ad inserirsi nel plotoncino che si è giocato la corsa.
“È vero, in questo 2023 manca solo il gradino alto del podio. Comunque è molto bello chiudere l’annata agonistica in crescendo. Mi permette di affrontare le ultime gare e l’inverno molto più sereno – ha spiegato il giovane emiliano -. In volata il belga è stato più forte, nulla da dire. Per quanto mi riguarda, invece ho vissuto una corsa dai 2 volti. Nella parte iniziale faticando tantissimo. Ringrazio il DS Gianluca Valoti che mi invitava a tener duro, ed in effetti poi mi sono sbloccato. I suoi suggerimenti sono stati preziosi”.
A complimentarsi con Kajamini ci ha pensato anche il direttore sportivo Gianluca Valoti che ha seguito i propri atleti dall’ammiraglia insieme a Rossella Dileo: “Devo dire che oltre a Kajamini, ho visto una squadra in palla. La corsa ha visto da subito azioni d’attacco diverse: prima 25 uomini (Bracalente e Ambrosini per il team) poi un tentativo di 8 (O’Connor, Novak e Ambrosini) e nel finale un allungo decisivo di 6 con Kajaimini. La corsa è stata veramente dura con 15 strappi, tipici della Toscana”.
Kajamini punterà ora tutto sul finale di stagione, con uno sguardo già rivolto al prossimo anno: “Mi piacerebbe far bene al Piccolo Giro di Lombardia, che è duro. Per il 2024 guardo a gare come il Val D’Aosta che mi è entrato nel cuore, alla partecipazione al Giro Next Gen, o gare in salita come il Monte Grappa o Monte Cengio. Sento di essere sempre più uno scalatore”.