di Marco Cangelli
Il maltempo continua a flagellare il Giro d’Italia. La Corsa Rosa è stata ancora una volta vittima delle condizioni meteorologiche che hanno costretto gli organizzatori a cambiare il percorso della tredicesima tappa, 199 chilometri da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana, riducendo notevolmente la lunghezza.
Dopo avere già annullato il passaggio al Passo del Gran San Bernardo a causa delle difficili condizioni del versante svizzero, Mauro Vegni e i suoi collaboratori hanno dovuto rivedere i propri piani spostando la partenza in territorio elvetico, a Le Châble, per una frazione lunga soltanto 74 chilometri.
Una situazione che ha favorito gli scalatori fuori classifica che si sono dati battaglia sulle Alpi Svizzere premiando così il colombiano Einer Augusto Rubio (Movistar Team), capace di resistere alle continue accelerazioni del francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e conquistare così la prima vittoria al Giro.
Complice la partenza ai piedi della Croix de Coeur, la corsa ha preso subito una piega particolare consentendo a un gruppetto composto da Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost), Einer Rubio, Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee e Matthew Riccitello (Israel Premier Tech), Thibaut Pinot e Bruno Armirail (Groupama FDJ) di prendere il largo dopo un avvio particolarmente veloce che ha messo in crisi diversi corridori.
Complice il controllo imposto all’interno del gruppo maglia rosa trainato dagli uomini della Ineos Grenadiers e il lavoro svolto da Armiral e Riccitiello (destinati a staccarsi dopo essersi spesi per i propri capitani), i battistrada sono riusciti a guadagnare un vantaggio superiore ai tre minuti e sufficiente per giocarsi il successo nel corso dell’ultima salita.
Le prime rampe di Crans Montana sono costate subito caro a Gee che è costretto presto ad abbandonare la compagnia, mentre un nervoso Thibaut Pinot ha provato in tutti i modi a staccare gli avversari con Cepeda sempre pronto a chiudere e Rubio apparentemente più in difficoltà.
Alle loro spalle nel frattempo provavano a emergere l’inglese Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) e il bolognese Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), tuttavia il gruppo non ha mai lasciato loro spazio ricucendo dopo pochi chilometri così come sull’allungo di Damiano Caruso (Bahrein-Victorius).
La sfida si è quindi decisa davanti con Cepeda che ha provato ad anticipare i colleghi, venendo però ripreso da Pinot, deciso a conquistare la tappa.
L’esperto transalpino ha però dovuto far i conti con Rubio che ha sfruttato l’energia conservata lungo l’ascesa lasciandosi alle spalle Pinot e Cepeda.
“Una giornata importante per la quale ho lavorato molto duramente. È stato difficile correre con il maltempo. Sapevo che Pinot era molto forte – ha sottolineato Rubio -. Dovevo arrivare con lui e poi essere perfetto tatticamente. Mi ci vorrà tempo per capire che ho vinto una tappa del Giro d’Italia. Non credevo di riuscirci“.
Più lontani Gee e Paret Peintre che hanno completato la top five, mentre il gruppo è stato regolato da Joao Almeida (UAE Team Emirates), lontano 1’29” dal vincitore.
Nessuna novità in classifica generale con l’inglese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) che conserva la maglia con due secondi su Primoz Roglic (Jumbo Visma) e ventidue su Almeida.
“Abbiamo mantenuto la calma quando ci sono stati degli attacchi sulla prima salita. Ben Swift e Pavel Sivakov sono stati bravi a dettare il ritmo – ha dichiarato il britannico -. Hanno fatto un’ottima corsa. Il modo in cui è andata alla fine ha reso piuttosto difficile attaccare. Primoz probabilmente è contento di lasciarmi in Maglia Rosa ancora per qualche giorno. Mi aspetto qualcosa di più da lui la prossima settimana“.