Giro d’Italia, Julien Alaphilippe firma un’impresa solitaria a Fano

Il francese della Soudal-Quick Step ha preceduto Jhonatan Narvaez e Quentin Hermans dopo esser andato in fuga con Mirco Maestri.

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Julien Alaphilippe non si pone limiti. Nonostante in molti gli avrebbe consigliato di andare via in compagnia di Mirco Maestri (Team Polti-Kometa) dopo un inizio folle, il francese si è imposto nella dodicesima tappa del Giro d’Italia con arrivo a Fano.

Inizio ad alta velocità complice la possibilità che la fuga potesse giungere sino all’arrivo e per questo motivo il gruppo ha vissuto una prima ora particolarmente tesa.

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A quel punto hanno preso il largo Julien Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e Mirco Maestri (Team Polti-Kometa).

Il tandem è riuscito a prendere oltre cinque minuti di vantaggio sul gruppo mentre dietro si formava un plotone di trentasei corridori, decisi a rientrare sui battistrada.

Nonostante la logica avrebbe portato il francese e l’emiliano a rialzarsi e proseguire con i restanti fuggitivi, i due hanno proseguito di comune accordo costringendo gli inseguitori a darsi battaglia e dividersi con Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), Jhonathan Narvaez (Ineos Grenadiers), Dion Smith (Intermarchè-Wanty), Simon Clarke (Israel – Premier Tech), Gijs Leemreize (Team dsm-firmenich PostNL), Michael Valgren (EF Education-EasyPost), Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) e Matteo Trentin (Tudor Pro Team) in grado di rimanere davanti.

Benché fossero in numero maggiore Alaphilippe e Maestri hanno proseguito al comando sino al muro di Monte Giove dove l’ex campione del mondo ha lanciato l’attacco decisivo, mentre dietro allungavano Hermans e Narvaez provando ad andare a giocarsi le ultime chance di vittoria.

Il transalpino non ha però mollato anticipando Narvaez e Hermans che si sono divisi il podio, mentre Scaroni non è andato oltre il quinto posto.

Qualche scaramuccia fra gli uomini di classifica con la Bahrein-Victorius di Antonio Tiberi che ha provato a sfruttare in pianura il vento laterale per provare ad aprire un ventaglio senza però riuscire nell’intento.

Ciò ha portato Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e i big tutti assieme sulla salita finale consentendo allo sloveno di mantenere 2’40” su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe) e 2’56” su Geraint Thomas (Ineos-Grenadiers).