L’intervista. Claudia Cretti, l’incidente e la rinascita. “Ora voglio Parigi 2024”

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di Marco Cangelli
Quel maledetto 6 luglio 2017 è rimasto impresso nella memoria di qualunque appassionato di ciclismo, pure a chi il settore femminile non lo conosce e probabilmente è incappato soltanto per caso in una tappa del Giro Donne.

Eppure a sentir ripetere quella data la pelle si accappona e il pensiero va immediatamente dritto a Claudia Cretti e a quel terribile incidente lungo la discesa della “Zingara Morta” che ha rischiato di interrompere irrimediabilmente la vita della giovane di Costa Volpino.

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Claudia però è una combattente e, dopo avere affrontato tre settimane di coma farmacologico e un lungo percorso riabilitavo, è tornata in sella alla sua amata bicicletta che non abbandona mai da quando è bambina e che in futuro potrebbe condurla direttamente alle Paralimpiadi di Parigi 2024.

Sempre pronta a migliorarsi sotto ogni punto di vista, la portacolori del Team Equa ha dovuto rivedere in parti gli allenamenti e la condotta di gara, garantendosi però la convocazione ai Mondiali di paraciclismo su pista durante i quali ha ottenuto il quarto posto nei 200 metri C5 e il quinto sia nello scratch che nell’omnium.

Risultati che confermano la grande crescita di Cretti, capace di aggiudicarsi nel 2022 il titolo italiano su strada sia in linea che a cronometro così come la maglia tricolore nell’inseguimento individuale e di candidarsi così a pieno titolo per un posto in Nazionale alle Paralimpiadi di Parigi 2024.

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Claudia Cretti in pista

Claudia, ci racconta com’è stata l’esperienza ai recenti Campionati del Mondo di paraciclismo su pista?
Si è trattato della mia prima esperienza in pista nel paraciclismo perché, prima della caduta al Giro Rosa 2017, avevo partecipato sia da juniores che da professionista a diverse gare. È stata un’esperienza magnifica perché da una parte ho avuto modo di conoscere le mie avversarie, dall’altra perché ho affrontato l’omnium in maniera completamente diversa da come lo affrontavo sino a cinque anni fa. Il commissario tecnico ha notato i nostri miglioramenti e ci ha confermato che, per alzare ulteriormente il livello, aumenteremo gli allenamenti in pista nei prossimi anni“.

L’abbiamo vista sfiorare la medaglia nei 200 metri C5 così come nello scratch e nell’omnium. Cos’è mancato per poter centrare il podio iridato?
Nello scratch siamo partite fortissime sin dalle prime battute. Ho mancato l’occasione di andare in fuga con le prime due, altrimenti probabilmente avrei centrato il terzo o il quarto posto, però ci ho ripensato al termine della gara e sono sicura che la prossima volta otterrò risultati migliori“.

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Mele, Tarlao, Cretti

La potenza che la caratterizza le consente di poter eccellere in diverse specialità. Non ha pensato di potersi cimentare nella velocità?
Ho provato per la prima volta la velocità a squadre che prevede tre giri da affrontare ciascuno atleta. Io ho lanciato il terzetto prima di lasciare spazio ai miei compagni, tuttavia, mi sono accorta di essere partita troppo forte e avere staccata di qualche metro la mia compagna. La velocità non mi manca per cui in vista delle prossime Paralimpiadi vorrei provare a entrare in azione nella seconda tornata in quanto ritengo di potere offrire un risultato migliore“.

Al termine della competizione transalpina, il presidente federale Cordiano Dagnoni ha posto l’obiettivo direttamente alle Paralimpiadi di Los Angeles 2028. Vi sono possibilità di vederla protagonista tra due anni a Parigi?
Il risultato di questi Mondiali ci spinge già direttamente a Parigi anche perché le gare a cinque cerchi si svolgeranno nello stesso velodromo che ormai conosco a memoria. Mi piacerebbe essere alle Paralimpiadi fra un anno e mezzo. A partire dal 2023 vorrei dimostrare il mio valore anche su strada così da trasformare in realtà la mia convocazione“.

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Claudia Cretti sul podio dei campionati italiani su pista

In vista dell’appuntamento a cinque cerchi, quali miglioramenti sono necessari compiere a livello federale? È possibile prendere esempio dall’eccellenza costruita da Marco Villa fra i normodotati?
Negli ultimi mesi è cambiata la struttura federale, a partire dal commissario tecnico della Nazionale. I frutti di questa modifica si sono visti già ai Mondiali e il discorso che abbiamo fatto sia con lui che con il presidente Dagnoni è di puntare maggiormente sia sugli allenamenti che su nuovi ragazzi da inserire nel gruppo azzurro. Continuare con Silvano Perusini ci consentirà di migliorare sia come atleti che come risultati“.

Dando uno sguardo al passato, sono trascorsi cinque anni da quel terribile incidente nel corso della settima tappa del Giro Rosa. Quanto è cambiata la sua vita da quel momento?
È cambiata parecchio la vita di tutti i giorni così come la vita da atleta. Prima, quando ero professionista, pensavo molto più a me stessa e non esponevo i miei pensieri. Dopo l’incidente, quando mi commuovo, piango e lo mostro apertamente. Ho inoltre rafforzato i legami con i miei amici e ho dovuto rivedere anche i miei piani a livello accademico perché avevo intrapreso la laurea in lingue moderne a Trento, tuttavia ho avuto parecchie difficoltà a ripartire perché con l’incidente ho perso un po’ di memoria in particolare riguardante l’inglese e lo spagnolo e per questo motivo ho dovuto un attimo accantonare il progetto. Oltre a tutto ciò ho cercato di migliorarmi in bici poiché le gare che svolgevo da professionista erano lunghe centocinquanta chilometri e si partiva con calma prima di alzare il ritmo, quelle di paraciclismo sono lunghe sessanta, ma si va veloci durante tutta la competizione. Ho cambiato quindi parecchio l’allenamento al fine di ottenere buoni risultati anche qui“.

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Claudia Cretti sul podio dei Campionati italiani su strada

Le mancano le compagne di squadra della Valcar con cui aveva condiviso quella parte della sua carriera?
Mi mancano perché erano la mia famiglia, tuttavia siamo rimaste in contatto. Incontro spesso Elisa Balsamo e Silvia Persico che, a mio parere, dovrebbe puntare parecchio il prossimo inverno sul ciclocross. Inoltre mi sono commossa quando ho visto le ragazze del quartetto ottenere l’oro ai Mondiali nell’inseguimento a squadre“.

Rimanendo sul settore strada, l’abbiamo vista conquistare il titolo italiano sia a cronometro che in linea. Cosa manca per poter raggiungere i vertici anche a livello internazionale?
È più facile vincere in Italia che all’estero perché le mie avversarie sono spesso molto più allenate nella cronometro, specialità che ho iniziato ad allenare da poco e su cui vorrei migliorarmi parecchio. Negli altri Paesi non esiste una squadra che ti tira la volata come facevano banalmente le mie compagne della Valcar, è necessario concentrarsi su se stessi e cercare di trovarsi nel posto giusto al momento giusto“.

Guardando infine al futuro, dove può arrivare Claudia Cretti nei prossimi anni?
La bici è una passione che ho sin da quando ero piccola. Non riuscirei mai a mollarla, vorrei continuare a tenerla vicina e, ora che è diventato anche un lavoro, vorrei ottenere ulteriori risultati“.