Nel giorno di San Valentino del 2004 si spegneva tragicamente la vita di Marco Pantani, indimenticabile campione di ciclismo. Una morte ancora tutta da chiarire, avvenuta in un residence di Rimini, e una ferita ancora profondamente per la famiglia, come testimonia Tonina, la mamma del “Pirata” nel libro: “In nome di Marco”. A dieci anni dalla scomparsa, il 17, 18 e 19 febbraio, arriva in 100 sale italiane il film documentario “Pantani”, realizzato da J.Erskine, che ripercorre la vita del ciclista, vincitore nel 1998 di Tour de France e Giro d’Italia, come Fausto Coppi e Eddy Merckx.
Nella stessa ricorrenza il poeta bergamasco Sergio Moioli, appassionato di ciclismo, ripropone i versi scritti in occasione del primo anniversario della prematura scomparsa di Marco Pantani, in cui ha cercato di immaginare quei suoi ultimi tragici momenti, vissuti in quel giorno di San Valentino, in cui tutti si scambiano messaggi d’amore, mentre lui era là, solo e abbandonato da tutti, in una anonima stanza d’albergo, consumando il dramma umano di un grande campione sportivo, che pur con i suoi alti e bassi non meritava una fine così triste.
L’ULTIMA SALITA
Era febbraio,
giorno di San Valentino…
Com’è triste Rimini d’inverno,
quando sei solo,
in una stanza anonima d’albergo…
Com’è lontana l’estate di spiagge brulicanti
e com’è lontano il tempo delle gioie e dei trionfi,
quando cavalcavi la leggenda
del campione bravo e sfortunato
e, forse per questo, ancora più amato…
Per tutte le volte che sei caduto
e, nonostante le ferite, ti sei rialzato…
Ma stavolta è diverso:
stavolta, purtroppo, è finita…
Stavolta hai già perso la corsa della vita,
e sei rimasto solo ad affrontare
quest’impari partita…
Rimini, città triste,
in una sera d’inverno:
come sembrano lontani i giorni
delle fughe e delle vittorie,
degli arrivi solitari, quando alzavi
le braccia e lo sguardo al cielo…
Quando il campione con l’uomo si fondeva…
Ora che quell’uomo è solo,
ora che si è dissolta
la coorte di amici e di fans
e da tempo, ormai, vicino a te,
non c’è più nemmeno lei…
Ora che la solitudine è la tua migliore amica
e hai deciso di partire,
di affrontare la tappa più impegnativa…
Si sta facendo notte e da questo letto
il traguardo non si vede…
Ad occhi chiusi, si può sognare o morire
e tu hai scelto già la via più breve…
Ma, per questa corsa,
non ci sarà traguardo,
non ci sarà la folla ad incitarti.
ma ci sarà lei ad aspettarti,
la nostra oscura e cinica compagna…
Mentre cresce il dubbio che rode,
il dubbio che scava, l’ombra
che offusca la tua immagine,
dentro di te, ci sono soltanto
rabbia e rassegnazione…
Ti senti tradito dal mondo intero
e non sai dartene una ragione
e il tuo orgoglio non ha più quello scatto,
che ti può salvare,
che può darti una spinta, per ripartire…
Hai pagato per tutti,
hai pagato la tua popolarità
e l’invidia e l’amore della gente,
perché sei stato grande nella tua fragilità…
Ed ora sei rimasto solo,
con l’anima ferita,
con il cuore che, ormai, non batte più…
Addio “Pirata”, addio Campione,
rimetti la tua bandana
e spicca ancora il volo,
come di solito facevi tu…
Inarca la schiena,
ritrova la tua pedalata:
ci si vede lassù,
in cima all’ultima salita…
Sergio Moioli