Il 2023 si è dimostrato uno degli anni più prolifici dello sport paralimpico bergamasco che ha ottenuto due storici successi con Matteo Bonacina e Mirko Testa.
Il primo ha conquistato la medaglia d’oro nel Compound Open ai Mondiali di para-archery, mentre il secondo ha dominato con una tattica perfetta la gara iridata di handbike dedicata alla categoria MH3 vestendo così la maglia arcobaleno.
Nonostante i percorsi del 39enne di Valbrembo e del 26enne di Grassobbio appaiano ben lontani, i due si sono incrociati al Foro Italico di Roma dove è andata in scena la tradizionale cerimonia di consegna dei Collari d’Oro del Coni, massima onorificenza del mondo sportivo italiano.
I due fuoriclasse sono stati accolti dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, dal Segretario Generale del CONI Carlo Mornati, dalla Presidente della Commissione Benemerenze CONI Alessandra Sensini e dal numero uno del Coni Giovanni Malagò che ha fatto il punto in vista dell’appuntamento a cinque cerchi di Parigi 2024.
“Nella vita non sempre i numeri dicono tutto, ma nello sport dicono quasi tutto. Veniamo da un triennio di risultati mai ottenuti prima nella storia. Il CONI sovrintende 48 federazioni, sono 382 discipline diverse. Ci sono regole e regolamenti, dinamiche per portare a terra l’esecutività dello sport – ha spiegato Malagò -. L’Italia è il Paese che prova di più non solo a fare sport, ma anche ad essere competitivo. È la nostra forza ma anche la nostra debolezza, ma è un modello che non lascia indietro nessuno. Abbiamo vinto così medaglie in discipline insospettabili. La stessa storia la possiamo raccontare a Parigi, soprattutto grazie a sport ‘nuovi’ come risultati. Lo sport italiano è una eccellenza del Paese, e di questo siamo molto orgogliosi”.
Ottimista anche Pancalli che è pronto a ripetere l’exploit ottenuto a Tokyo nel 2021: “Siamo abituati a lavorare in silenzio, consapevoli delle difficoltà, ma incontrando le persone giuste, i risultati arrivano. Siamo qui a celebrare l’eccellenza dello sport italiano, l’eccellenza di un sistema. Ogni atleta parte dal proprio nucleo familiare, da chi lo sostiene – ha sottolineato il capofila del movimento paralimpico -. Le federazioni stanno facendo un lavoro straordinario. Il nostro sistema dimostra ancora una volta di esser capace di primeggiare: ci sono Paesi che vengono in Italia per studiarci. Deve essere un ulteriore orgoglio per tutti noi, perché è merito di tutti noi. Quello che abbiamo prodotto è positivo non solo per lo sport, ma per il Paese”.