di Marco Cangelli
Quarant’anni dopo il Mondiale di Goodwood il ciclismo sembra totalmente cambiato. L’Italia non è più la “nazione faro”, mentre i giovani si prendono la scena nelle principali competizioni a un’età sempre più bassa.
In questo mondo che da qualche ora è diventato orfano di fuoriclasse come Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde, chi sembra non essere mai invecchiato è Giuseppe Saronni, protagonista della quindicesima edizione di “Pedalando coi Campioni”.
Fresco di festeggiamenti per l’anniversario iridato, il talento di Buscate non ha voluto mancare alla manifestazione benefica organizzata da Ennio Vanotti in collaborazione con l’Unione Sportiva Casazza cogliendo l’occasione per incontrare diversi fra compagni di squadra ed avversari.
Un debutto eccellente che ha consentito di dare uno sguardo al mondo delle due ruote, alle numerose modifiche a cui è andato incontro negli ultimi anni, ma anche per riportare alla mente i momenti più belli di una carriera ricca di successi.
“Come tutto anche il ciclismo si è modernizzato complice l’ingresso della tecnologia e le modifiche apportate alla metodologia. Ciò che resta sono sempre i princìpi di fondo tra i quali la passione, un po’ di fatica e di sofferenza – ha spiegato Saronni -. Non mi aspettavo sinceramente di incontrare così tanti amici che non vedevo da tempo, tuttavia quando ci sono partecipazione e interesse è sempre bello poter esserci“.
Fra i centododici “prof” che hanno raggiunto Casazza per affrontare la cronosquadre in compagnia di cinque amatori ciascuno non poteva mancare all’appuntamento l’acerrimo rivale di Saronni, Francesco Moser.
Guidato dalla grinta che lo contraddistingue, lo “Sceriffo” di Palù di Giovo ha affrontato i diciassette chilometri in programma lungo il Lago di Endine con l’attenzione di sempre, la stessa che in passato gli ha consentito di diventare il corridore italiano più vincente della storia.
“Siamo andati troppo forte, tanto che abbiamo ripreso almeno tre o quattro squadre – ha confessato Moser -. Infatti due dei nostri componenti continuavano a tirare e, se non fossi intervenuto io, rischiavano di staccare gli altri“.
Come in una ideale staffetta, i due assi del pedale azzurro hanno voluto analizzare le ultime notizie provenienti dallo sport che li hanno resi celebri concentrandosi in particolare sull’assolo di Tadej Pogacar al Giro di Lombardia e sul nuovo record dell’ora firmato poche ore prima da Filippo Ganna.
“Conosco Tadej da tempo e mi aspettavo potesse sfoderare una prestazione di questo genere. Per certi versi è stato impegnato più del solito da Mas, ma sono sempre di più i giovani che danno spettacolo. Discorso diverso invece per noi italiani che dobbiamo affidarci al record di Ganna perché su strada attualmente non abbiamo atleti di spessore – ha sottolineato Saronni a cui hanno fatto eco le parole di Moser -. Tadej non aveva avversari nel finale e quindi il risultato è apparso subito già scontato. Il primato di Ganna è invece di notevole spessore, motivo per cui non vorrei esser nei panni di coloro che vorranno provare a batterlo“.
Nonostante due anni di stop causati dalla pandemia, “Pedalando coi campioni” si è confermato un appuntamento da non perdere per chi voglia assaporare nuovamente il ciclismo di un tempo.
Fra gli atleti che si sono cimentati nella kermesse spiccano i nomi di vincitori di edizioni del Giro d’Italia come Gianni Bugno, Evgenij Berzin, Gianni Motta, Paolo Savoldelli; di cacciatori di classiche come Gianbattista Baronchelli, Silvano Contini, Dino Zandegù; ma anche di rappresentanti del ciclismo femminile come Roberta Bonanomi, Imelda Chiappa e Maria Luisa Seghezzi.
Tutti accomunati dalla passione per la bicicletta e dalla voglia di poter offrire un importante contributo a sostegno di “La Casa di Leo”, struttura situata a Treviolo e chiamata ad accogliere le famiglie dei bambini soggetti a lunga e frequente ospedalizzazione principalmente ricoverati (o comunque afferenti) presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII.
“Ripartire dopo due anni di stop è stata più dura del solito, in particolare da un punto di vista organizzativo. Grazie all’aiuto dell’Unione Ciclistica Casazza siamo però riusciti a rimetter in piedi questo evento nonostante il tempo un po’ inclemente – ha concluso Ennio Vanotti -. Qualcuno non è riuscito a venire per problemi di salute, ma il ringraziamento va sicuramente a tutti quei gregari che hanno accettato l’invito così come ai nostri capitani che abbiamo avuto in passato“.