di Marco Cangelli
Dopo avere atteso per quattro anni quel momento, Primoz Roglic ha alzato al cielo il Trofeo Senza Fine nel cielo di Roma.
Il capitano della Jumbo-Visma ha tagliato il traguardo dei Fori Imperiali con la maglia rosa vincendo la 106.a edizione del Giro d’Italia al termine di tre settimane particolarmente intense che hanno visto lo sloveno sfidare l’inglese Geraint Thomas (Ineos-Grenadiers).
In grado di dosare al meglio le proprie energie e di superare indenne i colpi inferti dalla sfortuna, in particolare ai propri avversari, il campione sloveno ha terminato la competizione con 14 secondi sull’esperto gallese e 1’15” sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates), terzo in classifica generale e titolare della maglia bianca dedicata al miglior giovane.
“Mi è piaciuto molto pedalare per le strade di Roma, ma non sono ancora riuscito a rendermi conto di cosa significhi vincere il Giro d’Italia – ha spiegato dopo il traguardo Roglic -. Ho cercato di contenere le mie emozioni dopo quello che è successo ieri. Roma è una città spettacolare. Ogni vittoria è speciale e sono grato di averla ottenuta. Rimarrà nel mio cuore per sempre“.
Quarta piazza per il siciliano Damiano Caruso (Bahrein-Merida) che ha provato a difendersi a cronometro e sulle montagne risultando il miglior italiano con 4’40” di ritardo dal vincitore, mentre il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) ha completato la top five con un distacco di 5’43” e indosso la maglia azzurra di miglior scalatore.
Oltre ai festeggiamenti di Roglic e della Jumbo-Visma, all’ombra del Colosseo ha gioito anche il campione britannico Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) che, dopo avere annunciato il suo ritiro dalle competizioni a fine anno, si è aggiudicato la ventunesima tappa.
La frazione, 126 chilometri lungo le strade della Città Eterna, è stata caratterizzata dalla fuga di Maxime Bouet (Team Arkéa Samsic), Cesare Benedetti (BORA – hansgrohe) e Toms Skujiņš (Trek – Segafredo), inseguiti invano da Martin Marcellusi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Diego Pablo Sevilla (EOLO-Kometa).
In grado di aggiudicarsi un vantaggio massimo di trenta secondi, i battistrada si sono dovuti arrendere nel corso dell’ultimo giro del circuito romano complice il lavoro svolto dalle squadre dei velocisti che hanno dovuto tener a bada i tentativi nel finale di Mirko Maestri (EOLO-Kometa) e Derek Gee (Israel-Premier Tech).
Sul rettilineo romano è quindi emersa la figura di Mark Cavendish che ha centrato la diciassettesima vittoria in carriera al Giro diventando il più anziano vincitore di una tappa davanti al lussemburghese Alex Kirsch (Trek-Segafredo) e al siciliano Filippo Fiorelli (Green Project – Bardiani CSF – Faizanè).
“Sono felicissimo, è stata una giornata incredibile. I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro eccellente – ha sottolineato lo sprinter britannico -. La mia prima vittoria risale al 2008, essere di nuovo qui a braccia alzate è pazzesco. È stato molto bello vedere molti colleghi e amici come Geraint Thomas essere felici per me dopo il traguardo“.
La classifica dedicata ai velocisti è stata conquistata però dal friulano Jonathan Milan (Bahrein-Merida) che ha mantenuto la maglia ciclamino sino alla conclusione.