Un evento che resterà per sempre nella memoria della Val Gandino e, soprattutto, nei ricordi dei tantissimi appassionati che hanno affollato al limite della capienza l’auditorium della Biblioteca Comunale di Gandino. Martedì 2 settembre il campione di ciclismo Gianni Bugno, due volte iridato, è stato l’ospite d’onore dell’evento “Racconti sui Pedali” organizzato da Ciclisti Valgandino, Comune, Pro Loco, Promoserio e Distretto “Le Cinque terre della Val Gandino”.
Il campione monzese (ma nato in Svizzera nel 1964) è stato accolto nel tardo pomeriggio presso il campo scuola mountain bike della Ciclisti Valgandino presso il Centro Sportivo Consortile di Casnigo. In quello che sarà lo scenario dell’Orobie Cup il prossimo 21 settembre, il presidente Sergio Mapelli e l’allenatore Max Pezzoli hanno presentato atleti e attività, confermando con orgoglio l’impegno sportivo e sociale di una società che nel 2009 ha unito sotto un’unica insegna le società ciclistiche della Val Gandino. È seguita la cena a base di mais spinato di Gandino offerta presso lo storico Caffè Centrale della famiglia Caleca, cui sono intervenute autorità locali e campioni bergamaschi del pedale che hanno successivamente animato la serata in Biblioteca.
Introdotto dal giornalista Cristiano Gatti del Corriere dello Sport (storica e competente firma legata al ciclismo) e dal gandinese Giambattista Gherardi, Bugno ha ricordato con efficace sintesi le tappe di una carriera incredibile, che oltre ai mondiali conquistati a Stoccarda (Germania) e Benidorm (Spagna) nel 1991 e 1992, l’ha visto trionfare al Giro d’Italia 1990, alla Milano-Sanremo, in quattro tappe al tour e in due alla Vuelta, due volte sul podio al Tour e tricolore in Italia. Non sono mancati cenni all’attuale impegno quale presidente della Commissione tecnica della Lega Ciclismo Professionistico e al brevetto da pilota di elicotteri che la portato per anni al seguito del Giro.
In quello che è stato un vero e proprio “parterre de rois” c’erano anche Mirco Gualdi (mondiale in Giappone fra i dilettanti nel 1990, nell’anno in cui Bugno conquistò il bronzo fra i professionisti), Beppe “Turbo” Guerini (vincitore di due tappe al Tour, compresa l’Alpe d’Huez del 1999 con il brivido della caduta provocata da uno spettatore a un chilometro dall’arrivo), Alessandro Vanotti (a lungo luogotenente di Vincenzo Nibali) e Stefano Tomasini di Cazzano Sant’Andrea, che battè Bugno nel campionato italiano juniores del 1981 e fu anche maglia bianca al Giro d’Italia. Per omaggiare il successo nella corsa a tappe del 1990 di Bugno (in rosa dalla prima all’ultima tappa) è arrivata con Antonio Sandri, cultore di storia del ciclismo, la copia certificata della prima maglia rosa (ideata nel 1931) e appannaggio del grande Learco Guerra.
La serata, cui ha partecipato anche Claudio Mologni, presidente del Comitato Provinciale di Bergamo della Federazione Ciclistica Italiana, ha riservato ulteriori sorprese attraverso filmati d’epoca e con le premiazioni finali, quando il Comune di Gandino (presenti il sindaco Filippo Servalli e il delegato allo sport Aldo Bernardi) ha consegnato a Bugno e Gatti un artistico acquerello di Paola Bahiti. Il campione di bike trial Mauro Moioli, artigiano orafo, ha offerto a Bugno un trofeo “corona e pedale” con particolari in oro e argento, consegnato da Gabriele e Simone Canali, speranze del ciclismo della Val Gandino. Non sono mancanti i tifosi di sempre che hanno chiesto a più riprese foto ricordo e autografi. Un “bagno di folla” in cui non sono mancati anche striscioni d’epoca come quello che recitava “Questa notte ho sognato Gianni Bugno iridato”. E i sogni si avverano, anche e soprattutto a Gandino. (G.B.G.)