Sergio Meris è tornato a occupare il podio e lo ha fatto sulle strade dell’Oltrepò Pavese dove si è inchinato soltanto a Davide De Pretto (Zalf Euromobil Désirée Fior) nel Gran Premio Colli Rovescalesi.
Il 22enne di Gorle è stato protagonista della competizione dedicata agli Under 23 chiudendo le proprie fatiche in seconda posizione venendo superato allo sprint dal giovane veneto e replicando il risultato del 2022.
La corsa è esplosa subito dopo circa 90 chilometri grazie alla salita di Rovescala che ha frantumato il gruppo e che ha lasciato davanti tredici corridori: Meris, De Pretto e Cesare Chesini (Zalf Euromobil Désirée Fior), Tom Martin (Wheelbase), Kyrylo Tsarenko (Hoppla), Simone Impellizzeri (Aries), Benjamin Granger (Mg K Vis), Nicholas Spinelli (Solme), Arnaud Tissieres (Elite Fondations), Francesco Galimberti (Biesse), Denis Lock (Sias), Filippo D’Aiuto e Carlo Favretto (General Store).
Il britannico Martin ha provato a prendere in contropiede i propri avversari a circa venti chilometri dall’arrivo con un attacco in solitaria che si è però spento in vista dell’ultimo giro consentendo al gruppetto di giocarsi le proprie chance sull’ultima salita.
Sul rettilineo finale si sono quindi presentati soltanto in sei con il portacolori del Team Colpack Ballan CSB che ha provato a lanciare la volata per primo venendo però superato da De Pretto che si è aggiudicato la terza vittoria stagionale.
Terzo posto per Dennis Lock che ha preceduto Filippo D’Aiuto e Francesco Galimberti completando così la top five.
“È stata una prova intensa. Peccato per la volata dove ho lanciato bene lo sprint, ma poi De Pretto mi ha rimontato. Eravamo in 4 e negli ultimissimi metri, la strada era in leggera salita. Mi sono piantato. Ho uno sprint esplosivo, ma di breve durata, forse avrei dovuto attendere qualche metro in più – ha spiegato Meris dopo l’arrivo -. Su questo arrivo sono giunto secondo anche nel 2022. Allora a battermi fu Nicolò Buratti. Un peccato, ma questa corsa mi piace molto. C’è stata un’azione importante con 21 uomini. Noi avevamo Matteo Ambrosini. Mi sono lanciato all’inseguimento per poter garantire al team un uomo in più. Ecco, forse in quell’azione ho speso qualche energia di troppo, ma mi sentivo bene e non ho voluto risparmiarmi. Vedevo gli altri stanchi e ho voluto giocarmela”.
Meris non si è arreso ed è pronto a ritrovare la vittoria che manca dal Giro della Val d’Aosta mentre si prepara ad affrontare altri obiettivi come gli esami universitari in programma a settembre: “Punto a un bel finale di stagione. Voglio fare bene e aprire il gas per andare alla ricerca di un sogno più grande”.